Petrolio ancora giù a 67,21 dollari al barile
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Nessuna inversione di tendenza dopo il crollo della vigilia per le quotazioni del petrolio sull'onda della mancata escalation dei bombardamenti israeliani che non hanno riguardato gli impianti iraniani. Il greggio Wti passa di mano a 67,21 dollari il barile (-0,21% sulla chiusura di ieri sera a New York); il Brent è quota 71,26 dollari al barile (-0,22%). . (Tuttosport)
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Gli attacchi israeliani all'Iran nel fine settimana hanno mirato solo a strutture militari, risparmiando le installazioni petrolifere, mantenendo così operative le attività petrolifere iraniane e riducendo le preoccupazioni relative ai problemi di fornitura di greggio. (XTB)
Il petrolio è stabile, con il Brent a quota 71,6 dollari al barile e il WTI a 67,6 dollari al barile, dopo il crollo di ieri del 5% in scia alla serie di attacchi aerei di Israele contro l'Iran nel fine settimana, attuando la tanto attesa rappresaglia per l'ultimo attacco missilistico di Teheran. (LA STAMPA Finanza)
Pausa armata. L’attacco israeliano contro Iran è stato limitato e centrato su obiettivi militare, Teheran non sembra intenzionata a rispondere ulteriormente. (Il Fatto Quotidiano)
Fin dalle prime battute in Asia è partita una rafffica di vendite, che si è ingrossata provocando ribassi superiori al 6% sia per il Brent - sceso a 71 dollari al barile - che per il Wti, che ha ripiegato intorno a 67 dollari. (Il Sole 24 ORE)
Roma, 28 ott. E negli scambi dell’after Hours il West Texas Intermediate è arrivato a cadere di oltre il 6% a 67,32 dollari. (Agenzia askanews)
Senza slanci il petrolio che si porta poco sopra i livelli precedenti, evidenziando un andamento analogo al derivato sul metallo giallo, che mostra un incremento modesto. Le indicazioni non costituiscono invito al trading. (LA STAMPA Finanza)