Stellantis taglia le stime e affonda in Borsa: titolo ai minimi da due anni, «bruciati» 30 miliardi in 6 mesi
Alla fine, anche Stellantis ha dovuto arrendersi alla crisi dell’auto europea. Dopo Volkswagen, Bmw e Mercedes, adesso tocca al costruttore franco-italiano rivedere al ribasso le stime di profitto per il 2024 che dovrebbe concludersi con un margine operativo compreso fra il 5,5% e il 7% e un flusso di cassa industriale negativo fra 5 e 10 miliardi. Tradotto dal gergo contabile, ciò significa che Stellantis farà meno profitti nel 2024 e, quindi, probabilmente distribuirà meno dividendi agli investitori nel suo titolo. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altre fonti
Per Stellantis il momento è estremamente negativo, come del resto testimoniato dai ripetuti crolli del suo titolo. Basta infatti dare una rapida occhiata ai risultati inanellati nel corso dell’ultimo semestre, per capire meglio lo smottamento in atto. (ClubAlfa.it)
Questa revisione, causata da difficoltà operative in Nord America e da un mercato globale sempre più competitivo, ha provocato un tonfo del titolo in borsa di oltre il 10%, toccando il minimo storico dal 2022. (Primonumero)
La revisione al ribasso improvvisa della stima del free cash flow del 2024 a -10 miliardi, rispetto alla sua capitalizzazione di mercato (45 miliardi), è stata brutale, secondo AlphaValue, che individua 12 azioni (una è italiana) candidate a una ristrutturazione del loro bilancio e 16 potenzialmente a rischio su cui riflettere (Milano Finanza)
Proseguono le revisioni dei target price sul titolo dagli analisti, dopo le nuove indicazioni del management sulle stime per il 2024. Alle ore 11.48 il titolo lasciava sul terreno il 4,29% a 11,876 euro, dopo aver oscillato tra un minimo intraday di 11,804 euro e un massimo di 12,312 euro. (SoldiOnline.it)
La quota di mercato totale è aumentata mese su mese durante il terzo trimestre dal 7,2% di luglio all’8% di settembre, mentre l’inventario è stato ridotto di 50.000 unità (-11,6%). Stellantis ha registrato un forte calo delle vendite negli Stati Uniti nel terzo trimestre del 2024. (ClubAlfa.it)
In Italia, come in America, il crollo è parecchio evidente ed è difficile prevedere quando la fase critica passerà. Il calo delle vendite generalizzato in tutte le principali aree geografiche si ripercuote sulle fabbriche e i tagli alla produzione creano problemi economici ed anche sociali. (ilmessaggero.it)