Aggressioni al personale sanitario, Opi Trento: “Urge una risposta esemplare delle istituzioni”

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Nurse Times SALUTE

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Opi Trento. Opi Trento condanna con fermezza le continue aggressioni ai danni degli infermieri e degli altri operatori sanitari, episodi sempre più frequenti nella nostra provincia. Questi atti di violenza, non solo mettono a rischio l’incolumità degli operatori sanitari, ma ledono gravemente il nostro sistema sanitario provinciale, fondato sui valori di cura, rispetto e dignità umana. (Nurse Times)

Se ne è parlato anche su altre testate

La violenza contro gli operatori sanitari è insensata e inaccettabile. Nel 2023 sono stati 1219 le lavoratrici e i lavoratori laziali che hanno denunciato un’aggressione: il 65% di essi è donna e il 57% risulta essere personale infermieristico. (AbitareaRoma)

Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura a Firenze, interamente dedicato proprio alle aggressioni sanitarie, ha prodotto questi risultati. (LA NAZIONE)

La prevenzione delle violenze e aggressioni che avvengono nelle strutture sanitarie deve essere portata avanti da un’organizzazione aziendale “rivolta all’identificazione dei fattori di rischio per gli operatori sanitari” attuando “le strategie ritenute più opportune”. (CGIL Modena)

VIOLENZA Riuniti di Foggia, ondata di aggressioni contro sanitari non si ferma: due nuovi episodi

Per questo abbiamo chiesto al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, quali iniziative, con particolare riguardo alla provincia di Foggia, intenda adottare per prevenire i casi di violenza nei confronti del personale sanitario e anche a difesa del sistema sanitario regionale. (StatoQuotidiano.it)

Nel 2023 sono stati 1219 le lavoratrici e i lavoratori laziali che hanno denunciato un’aggressione: il 65% di essi è donna e il 57% risulta essere personale infermieristico. : (Tuscia Web)

Sono alcune delle tante aggressioni verbali rivolte dai pazienti agli operatori sanitari nel Pronto soccorso dell'ospedale di Mondovì e nella struttura residenziale psichiatrica di Ceva, in provincia di Cuneo, dove la situazione risulta altrettanto critica sul fronte della sicurezza. (Nurse24)