Sembra solo Risiko, ma Trump sogna davvero la svolta imperialista

Sembra solo Risiko, ma Trump sogna davvero la svolta imperialista
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Il Dubbio ESTERI

Enlarge your America! A questo dunque pensava Donald Trump quando in campagna elettorale ha evocato l’età dell’oro, promettendo di restituire «grandezza» al suo Paese; non una questione di influenza e di prestigio e nemmeno di prosperità economica interna. Ma un affare di confini, come in una partita a Risiko. Inizialmente pareva una boutade, una di quelle intemerate propagandistiche e smodate a cui il tycoon ci ha abituati nell’ultimo decennio, specie durante il suo primo pittoresco mandato. (Il Dubbio)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Il Canada deve diventare la 51esima stella della bandiera Usa, il Golfo del Messico va ribattezzato Golfo d’America («Che bel nome, Golfo d’America!») e i Paesi Nato devono pagare il 5 per cento del Pil in difesa, «non come la Germania che arriva all’1 per cento», altrimenti Washington li abbandonerà nelle grinfie di Putin. (ilmessaggero.it)

Nella notte ha condiviso una nuova mappa degli Stati Uniti, che incorpora il Canada come suo territorio. Su Truth la mappa è accompagnata dalla scritta: «Oh Canada!». In un altro post si vede l'immagine degli Stati Uniti e del Canada ricoperti dalla bandiera americana a stelle e strisce. (Corriere della Sera)

Meloni: "Su Groenlandia e Panama il messaggio di Trump è ad altri" 09 gennaio 2025 (Il Sole 24 ORE)

Trump gioca ancora a risiko. Il resto del mondo in difesa

“Per la sicurezza nazionale e la libertà in tutto il mondo, gli Stati Uniti ritengono che la proprietà e il controllo della Groenlandia siano una necessità assoluta”. Queste le parole di Donald Trump a dicembre e ribadite anche durante la sua conferenza stampa tenutasi il 7 gennaio a Mar-a-Lago. (Radio Radio)

Donald Trump rilancia la deriva bellicista annunciando che i Paesi della Nato dovrebbero spendere almeno il 5% del Pil per la Difesa. (LA NOTIZIA)

A farlo è il presidente eletto degli Stati Uniti d'America pochi giorni prima del suo insediamento ufficiale alla Casa Bianca. E allora ecco che il problema si fa serio e diventa globale. (il Giornale)