Miuccia Prada e Donatella Versace, due icone dello stile (e ora dello stesso gruppo)

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ECONOMIA

L’acquisizione di Versace da parte del gruppo Prada, ufficializzata il 10 aprile, non è solo una questione di bilanci e strategie finanziarie, ma rappresenta l’incontro di due visioni della moda che, pur distanti, hanno segnato la storia del Made in Italy. Miuccia Prada e Donatella Versace, figure emblematiche con approcci creativi diversi, si ritrovano ora sotto lo stesso tetto, in un’operazione che ha già fatto discutere gli analisti e scaldato i mercati.

«Sono lieta che Versace entri a far parte del gruppo Prada», ha scritto Donatella su Instagram, ricordando l’ammirazione che lei e Gianni, il fratello scomparso, hanno sempre nutrito per Miuccia e Patrizio Bertelli. Un passaggio di consegne che va oltre i numeri, toccando corde più personali e simboliche. Se Prada incarna un’eleganza concettuale, spesso giocata su toni minimali e sperimentazioni culturali, Versace è da decenni sinonimo di opulenza, colori audaci e un glamour senza compromessi. Eppure, entrambe le designer hanno saputo trasformare i rispettivi marchi in fenomeni globali, capaci di influenzare generazioni.

L’accordo, sostenuto da un finanziamento da 1,5 miliardi di euro con il supporto di Intesa Sanpaolo, è stato accolto con favore dalla Borsa di Hong Kong, dove le azioni Prada hanno chiuso in rialzo del 2,4%. Un segnale che il mercato vede nella fusione un’opportunità per contrastare il predominio dei colossi francesi, da Lvmh a Kering. «Una risposta strategica all’egemonia francese nel lusso», ha commentato Ubs, mentre Mediobanca parla di «mossa coraggiosa» che potrebbe riaccendere il mercato delle fusioni nel settore.