Rubinetti dorati e statue nelle case popolari di Caivano
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"Bagni in marmo; rubinetteria dorata; vasche idromassaggio (...); divani e camere da letto damascate; pareti attrezzate con tv di ultima generazione; cucine all'avanguardia; statue; mobili ed elettrodomestici nuovi di zecca". Sono le istantanee degli interni di alcune delle 36 case popolari sgomberate tre giorni fa a Caivano perchè abitate da persone che non ne avevano alcun diritto, sia per questioni di reddito, sia perchè pregiudicate e risultate affiliate o vicine alla camorra (Corriere Delle Alpi)
La notizia riportata su altre testate
È racchiusa tutta in queste parole la storia di degrado, di illegalità, di disperazione e di isolamento di chi vive nel Parco verde di C… «Dopo il terremoto degli anni ’80, lo Stato ha preso le famiglie napoletane, sfollate, provenienti dai quartieri più poveri e li ha messi nel Parco verde. (La Stampa)
Gravi accuse sarebbero state rivolte da parte di alcuni residenti del Parco Verde di Caivano alla mamma di una delle cuginette vittime di abusi sessuali perché ritenuta «ingiustamente la causa degli sgomberi» che si sono svolti nei giorni scorsi. (ilmattino.it)
CAIVANO (NAPOLI)- Una nuova pagina si scrive oggi, 28 novembre 2024, nella storia del Parco Verde di Caivano. Un’operazione, disposta dalla Procura di Napoli Nord, che ha portato allo sgombero di 36 alloggi occupati abusivamente da anni. (Quotidiano del Sud)
Dopo «l’operazione di ripristino della legalità», come l’ha definita il prefetto di Napoli, Michele di Bari, sono iniziate le proteste. «Caivano capro espiatorio di un governo senza idee», si legge su uno striscione applicato nella zona in cui da tre giorni è allestito un sit-in soprattutto di donne. (Corriere della Sera)
Gli alloggi popolari sgomberati nel Parco Verdi svelano bagni in marmo, rubinetteria dorata, vasche idromassaggio (Open)
Al Parco Verde di Caivano, dopo l'intervento del Governo "qualcosa sta avvenendo, a qualcuno piace, a qualcuno non piace, qualcuno stiracchia di qua e di là, un sacco di bugie che si dicono", ma c'è ancora un "problema umanitario" e nell'ambito della gestione degli sgomberi, decisi dalla magistratura, di 36 famiglie abusive con problemi con la giustizia, sono stato "messo in croce" per la falsità di avere "chiuso la chiesa" ai bisognosi. (ROMA on line)