La doppia morale pro - Pal finti democratici e le parole chiare del segretario Pd di Milano (finalmente!)

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Virgilio INTERNO

Di Fabio Massa Torniamo ancora una volta sugli insulti a Liliana Segre. Ricordiamo il contesto: manifestazione pro - pal, chef Rubio sul palco che definisce il terrorista macellaio Nasrallah... Leggi tutta la notizia (Virgilio)

Ne parlano anche altre testate

Dopo il caso dei cartelli sui presunti «agenti sionisti» esposti alla manifestazione pro Palestina a Milano di sabato con i volti, tra gli altri, di Liliana Segre, Guido Crosetto e Riccardo Pacifici, arrivano in procura le prime denunce contenute in un'informativa della Digos. (il Giornale)

La procura si appresta ad aprire un fascicolo con l'ipotesi di reato di "propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa". (Adnkronos)

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha sentito questa mattina la senatrice a vita Liliana Segre, per esprimerle solidarietà dopo gli attacchi ricevuti nel corso della manifestazione pro Palestina di sabato. (La Repubblica)

Cartelli contro Liliana Segre al corteo dei pro Gaza. La Comunità ebraica di Milano: “Clima preoccupante”

Poi il cuoco è entrato nei Carc filopalestinesi (e questo è legittimo) e gli ha preso questa fissa di sterminare gli ebrei, di colpire i giornalisti - «devono temere per l’incolumità dei loro figli» - e, a Milano, l’altra sera, di «segnalare i muri delle case dove vivono gli agenti sionisti» (e questo è meno legittimo: sono gesti tipici dei nazisti e delle Brigate Rosse). (Liberoquotidiano.it)

Vorrei chiedere al ministro Matteo Piantedosi di revocare il divieto della manifestazione degli antisemiti in lutto che a Milano hanno salutato con un minuto di silenzio la morte di uno dei loro capi, il leader Hassan Nasrallah e che a Roma vorrebbero festeggiare il pogrom antiebraico del 7 ottobre. (L'HuffPost)

Tutti «agenti sionisti», come recitano i cartelli alzati che spuntano tra le bandiere rosse dei “Carc”. «Dire che Israele commette genocidi… (La Repubblica)