Paolo Cognetti tra Tso, “catene” e ospedali come “carceri” è tutto vero? Violetta Bellocchio ci svela il lato oscuro dell’editoria, del Premio Strega e del giornalismo che non verifica…

Tra il momento di scrivere queste righe e il momento di premere “invio”, Paolo Cognetti potrebbe aver rilasciato altre diciotto interviste ad altrettanti giornali italiani, come potrebbe essere impegnato a raccontare il dramma del suo recente Tso – trattamento sanitario obbligatorio – ad altri cinque microfoni di altrettante stazioni radio-televisive, come potrebbe essere già impegnato in un reboot del Gioco dei Nove dove lui occupa il riquadro centrale e paragona la sanità pubblica italiana a “un regime che non esiterebbe a definire carcerario”, oppure potrebbe stare il pomeriggio in diretta su Instagram a mangiarsi il goulash per poi dire che alla mensa dell’ospedale Fatebenefratelli il goulash lo facevano meglio. (MOW)

La notizia riportata su altri media

Un'esperienza che il 46enne scrittore milanese, vincitore del Premio Strega nel 2017 con `Le otto montagne´, ha confessato alle telecamere della Rai, quest'anno è accaduta due volte, prima a gennaio e poi ora. (Corriere TV)

Di: Luigi Benevelli Ciò perché stava, probabilmente, attraversando un periodo in cui stava senz’altro male, suscitando allarme nelle persone a lui più vicine, mentre non era in grado di riconoscere la propria condizione di sofferenza mentale manifestando il rifiuto delle cure proposte. (SettimanaNews)

Un uomo di grande successo racconta la sua malattia psichiatrica, come ne è stato travolto e come tuttora si senta fragile e vulnerabile: non capita tutti i giorni che i problemi di salute mentale si incarnino nella storia compiuta di una persona che ne riferisce i sintomi, la fatica nell’affrontarli, le cadute e il percorso in salita che si deve fare per imparare a tornare alla vita, capaci di non essere in balia delle montagne russe che la mente può accendere quando non ha equilibrio. (Famiglia Cristiana)

Tutti con Cognetti “Mai dimenticherò quelle catene”

Lo ha detto in una intervista, nella quale ha raccontato di aver subito un TSO, un Trattamento Sanitario Obbligatorio, per una «grave depressione sfociata in una sindrome bipolare con fasi maniacali». L’autore de Le otto montagne, vincitore del premio Strega, è stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano. (Donna Moderna)

Quando tutto va bene, nessuna domanda, ne facciamo solo una questione di quoziente di intelligenza; ma non ci facciamo domande su come (non) funziona il cervello. Quando ti capita, direttamente o indirettamente, di vivere certe difficoltà, subire o assistere alle cure a base di medicine, a quel punto è una domanda dopo l’altra, cui non sappiamo dare risposta. (Corriere della Sera)

Alcuni sorprendenti, come quello del m… «Non dimenticherò mai quelle catene». (la Repubblica)