Il paradosso di Pinelli e Piazza Fontana

Licia Pinelli se n’è andata senza avere ricevuto risposta alla domanda che cominciò a porre 56 anni fa, quando l’avvisarono che suo marito Pino, ferroviere anarchico, era morto precipitando da una finestra della questura di Milano, la sera del 15 dicembre 1969. Ha trascorso ben più della metà della sua lunghissima esistenza a chiedere la verità su quello che inizialmente si voleva far passare per suicidio (a completamento del depistaggio sulla strage di piazza Fontana avvenuta tre giorni prima) e per oltre mezzo secolo s’è trascinato nella drammatica alternativa tra omicidio e disgrazia, che ha avvelenato il seguito della storia. (Corriere della Sera)

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Licia Pinelli resta sola con le figlie Claudia e Silvia. Si parla di suicidio, poi di morte accidentale. (TGR Lombardia)

Lo è stata per poco tempo, poi è diventata una richiesta di verità e giustizia collettiva che non si è mai conclusa. È una storia dentro una storia più grande, un pezzo di un puzzle che paradossalmente smentisce il titolo del famoso libro firmato da Licia Pinelli, morta oggi a Milano, con Piero Scaramucci e dal titolo Una storia quasi soltanto mia. (La Repubblica)

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Licia Pinelli è morta: era la vedova dell'anarchico Giuseppe

Sta in Questura. Milano è circa l’una di notte del 16 dicembre 1969 quando il suono del campanello rimbomba nell’appartamento dove stanno dormendo Licia Pinelli, le sue due figlie e la madre di suo marito, Giuseppe Pinelli detto Pino, ferroviere e militante anarchico del circolo Ponte della Ghisolfa, che manca da casa ormai da più di 72 ore. (la Repubblica)

Ricordiamo la sua vita trascorsa a lottare per un mondo più gusto, a cercare senza sosta la verità per suo marito Giuseppe, uomo libero e vittima, come tanti altri, della strategia della tensione che i neofascisti e le forze atlantiche avevano adottato per fermare i movimenti operai e le rivolte studentesche. (Contropiano)

Era nata a Senigallia (Ancona) nel 1928 e si era trasferita, all'età di 2 anni, nel capoluogo lombardo. Nel 2015 era stata nominata commendatore al merito della Repubblica dal presidente Giorgio Napolitano, che nel 2009 l'aveva invitata al Quirinale insieme a Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi, per la Giornata in memoria delle vittime del terrorismo. (MilanoToday.it)