Arcangelo Correra, la confessione del cugino: «Ho trovato la pistola sotto una macchina. Un attimo ed è partito un colpo. Sembrava un gioco, era un incubo»
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«L’ho trovata sotto una macchina parcheggiata. L’abbiamo trovato sotto un’auto e abbiamo iniziato a maneggiarla. È stato un attimo ed è partito un colpo. Non ho capito più nulla, sembrava un gioco è stato un incubo». È questo l’interrogatorio di Renato Benedetto Caiafa, 18 enne arrestato per armi e indiziato numero uno dell’omicidio del 18enne Arcangelo Correra, sabato mattina in via Sedil Capuano. (ilgazzettino.it)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Ed è anche per il dolore che accomuna me e Antonella, che chiedo allo Stato di fare qualcosa per i figli di Napoli: qui girano troppe armi, sono in tanti a vivere con la pistola addosso". Sono le parole di Anna Elia, intervistata dal Messagero. (Sky Tg24 )
L’udienza si è tenuta presso il carcere di Poggioreale, dove Caiafa è attualmente detenuto. Si è tenuta stamattina l’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli nei confronti di Renato Caiafa, il giovane di 18 anni accusato di possesso e ricettazione di una pistola calibro 9, ritenuta l’arma dalla quale è partito accidentalmente il colpo che ha provocato la morte di Arcangelo Correra. (Internapoli)
"Basta, svegliami da questo incubo e riscriviamo la storia, mai più un angelo invano". (Fanpage.it)
Ha pianto. Ha implorato perdono, disperandosi per quello che ha fatto. (ilmessaggero.it)
Arcangelo Correra, diciottenne napoletano, ha pronunciato le sue ultime parole, «Renà, non mi lasciare», prima di perdere i sensi e, purtroppo, la vita. Il racconto dell’accaduto è emerso durante l'udienza di convalida, con lo stesso Caiafa a riferire al giudice di Napoli, Iaculli, che stava maneggiando la pistola senza sapere se fosse vera o falsa, quando il colpo è partito per errore. (leggo.it)
"Lo Stato per me è processi, forze dell'ordine, provvedimenti restrittivi. E ho sempre perso con lo Stato, anche quando scoppiò il caso della rimozione del murale dedicato a mio figlio: lo hanno tolto, ok, lo Stato ha vinto, ma io vedo ancora tanti ragazzi armati in giro". (Ottopagine)