Ancora ii militari al potere, l'incognita San Suu Kyi

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Avvenire INTERNO

Altri elementi possono avere incentivato una mossa che nasconde pesanti rischi, a partire da sanzioni internazionali già annunciate verso i generali golpisti e una reazione interna che potrebbe svilupparsi nelle prossime ore o giorni con una eventuale repressione.

Anzitutto il rischio per gli uomini in divisa che la Premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, riferimento ancora per la Lega, potesse riappropriasi in pieno di un ruolo non solo politico e ministeriale ma anche ideale di un popolo che in essa ha creduto per un ventennio e che ne ha fatto simbolo della lotta nonviolenta per la democrazia. (Avvenire)

Su altri media

Vogliamo Aung San Suu Kyi di nuovo libera, sperando che abbia imparato la lezione Il popolo di Aung San Suu Kyi chiamato ad opporsi. (L'HuffPost)

Gli Stati Uniti abolirono le sanzioni contro la Birmania nel decennio scorso sulla base dei progressi verso la democrazia; siamo pronti a rivedere quella decisione». Ma la campagna occidentale sui diritti dei Rohingya potrebbe essere stata fatale: nell’indebolire la premier democratica privandola di appoggi concreti, e nello spingere nuovamente i militari verso la Cina (La Repubblica)

A quel lunghissimo confine nordorientale che separa l’ex Birmania da un vicino molto potente e molto ingombrante: la Cina. Qualcosa in quell’incontro sembra aver probabilmente portato il leader militare golpista a credere che la Cina sarebbe stata disposta a farsi avanti per il suo vicino birmano, insomma. (L'HuffPost)

Una giornata storica, che avrebbe dovuto formalizzare i risultati delle elezioni dello scorso 8 novembre, quando la NLD di Aung San Suu Kyi aveva ottenuto l’83 per cento dei seggi disponibili. Chi è Aung San Suu Kyi. (Sputnik Italia)

Ma condividere il potere con un esercito che mantiene enormi interessi economici, e non intende farsi controllare dal governo civile, ha offuscato la stella di Aung San Suu Kyi. Si parlò di "primavera birmana", culminata nel trionfo elettorale di Ang San Suu Kyi nel 2015, con lei a capo del governo e scene di giubilo davanti a "mamma Suu" che coronava il sogno di un popolo. (Ticinonline)

Cosa faranno i militari di nuovo al potere in Myanmar, e come regoleranno i loro rapporti con la signora Aung San Suu Kyi, l’ex icona dei diritti umani, premio Nobel 1991, che governa il paese dal 2010, protagonista della politica birmana da più di un trentennio? (L'AntiDiplomatico)