Cina, prima risposta ai dazi sulle elettriche: misure sul brandy Ue (e sulle auto di grossa cilindrata)

La Cina ha ufficializzato che sta studiando misure come l'aumento dei dazi sull'import di veicoli di grossa cilindrata. Una decisione che potrebbe colpire in particolare le case automobilistiche tedesche. Lo riferisce il ministero del Commercio di Pechino, ricordando che le indagini in corso sono avviate «in conformità alla legge» con lo scopo di «tutelare completamente i diritti di tutti i portatori di interessi». (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri giornali

E, ieri, il ministero del Commercio della Repubblica popolare ha annunciato l’istituzione di prelievi «temporanei» sul brandy europeo. È solo il primo atto, ma i contorni della rappresaglia commerciale ci sono già tutti. (ilgazzettino.it)

Nell’incontro avvenuto a Parigi t ra il neo Ministro dell’Agricoltura francese Annie Genevard ed i rappresentanti di categoria del mondo del vino , nei giorni scorsi, era emersa la richiesta, al Governo transalpino, di ritardare il voto della Commissione Europea sulla tassazione delle batterie sulle auto elettriche cinesi per negoziare ed evitare qualsiasi dazio doganale dannoso per le acquaviti da parte del Paese del Dragone. (WineNews)

Pechino alza le barricate sui brandy europei. Da venerdì un bicchierino di Remy Martin o di Hennessy costerà molto di più in Cina, il più grande mercato di brandy al mondo. Un duro colpo ai grandi produttori europei, in particolare la Francia che rappresenta il 99% delle esportazioni di brandy in Cina. (il Giornale)

Austria e Ungheria, quei favori alla Cina

Durante la sua visita di Stato in Cina, avvenuta a maggio scorso, Emmanuel Macron regalò a Xi Jinping due bottiglie di cognac. Quelle bottiglie oggi potrebbero costare caro a Parigi. (L'HuffPost)

Le possibili ritorsioni aguzzano l’ingegno. Oliver Blume, Ceo di Volkswagen Group, attualmente sotto pressione in Germania per la ventilata soppressione di migliaia di posti di lavoro e la possibile chiusura di due stabilimenti, ha scelto un’intervista alla popolare edizione domenicale della Bild Zeitung per formalizzare una proposta per evitare i dazi disposti dalla Commissione Europea sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina e approvati dagli stati grazie all’astensione di numerosi governi nel voto decisivo. (l'Automobile - ACI)

Da mesi, almeno da quando l’Unione europea ha iniziato a studiare dazi sull’auto elettrica cinese, Dongfeng parla di un investimento produttivo «in Italia oppure in Europa»: il costruttore non ha mai fornito in pubblico altri dettagli, ma sembrerebbe pensare a uno o più centri di assemblaggio di parti fatte in Cina — batterie incluse — con un apporto relativamente minore di componenti locali. (Corriere della Sera)