Brindisi delusa, Pordenone Capitale italiana della cultura 2027

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Nella sala "Mario Marino Guadalupi" del Comune di Brindisi, l’atmosfera si è fatta pesante quando il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha annunciato che Pordenone sarebbe stata la Capitale italiana della cultura per il 2027. Tra le finaliste, tre città pugliesi – Brindisi, Alberobello e Gallipoli – avevano sperato di portare a casa il prestigioso titolo, ma il riconoscimento è andato alla cittadina friulana, che ha convinto la giuria con un progetto basato su un mix di spirito operoso e ribellione.

Il sindaco di Pordenone, Alberto Parigi, non ha nascosto l’entusiasmo: «È un riconoscimento importante per un pezzo d’Italia che non è abituato ad avere i riflettori addosso», ha dichiarato, sottolineando come la città non sia solo un polo economico, ma anche un luogo di vitalità culturale fuori dal comune, fondata su un’identità anti-convenzionale. Parigi ha aggiunto che questo titolo rappresenta un’opportunità per mostrare al Paese una realtà spesso trascurata, ma ricca di fermento creativo.

A Brindisi, invece, la delusione è stata palpabile. La città pugliese, insieme ad Alberobello e Gallipoli, aveva puntato molto sulla candidatura, sperando di sfruttare il titolo per rilanciare la propria immagine e attrarre investimenti. Nonostante il risultato negativo, l’assessore alla cultura locale ha voluto rimarcare il valore del percorso intrapreso, definendo il dossier presentato un «trampolino di lancio» per future iniziative. «Il lavoro fatto non è stato vano», ha commentato, «anzi, ha dimostrato che Brindisi ha tutte le carte in regola per competere a livello nazionale».

Anche altre città finaliste, come La Spezia e Savona, hanno espresso soddisfazione per il percorso compiuto. L’assessore ligure Ferro ha sottolineato come il dossier presentato dalle due città abbia saputo comunicare il significato profondo della Liguria, ispirandosi al mare e alla sua cultura. «La mancata nomina non è un punto di arrivo», ha dichiarato, «ma un trampolino di lancio per progetti futuri».

A Reggio Calabria, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha commentato l’esito della finale con toni positivi, definendo la candidatura della città una «vittoria» a prescindere dal risultato. «La nostra proposta, Cuore del Mediterraneo, ha risvegliato un forte spirito identitario e un orgoglio collettivo», ha spiegato, aggiungendo che il progetto continuerà a crescere, coinvolgendo associazioni, istituzioni e cittadini.