Dazi sul brandy, cosa c’è dietro la nuova guerra fredda economica tra Ue e Cina

Nell’escalation di tensioni commerciali che sta assumendo i contorni di una vera e propria guerra economica, la Cina ha sferrato un colpo diretto al cuore dell’industria europea del lusso. Il ministero del Commercio cinese ha annunciato che dall’11 ottobre imporrà dazi anti-dumping sulle importazioni di brandy dall’Unione europea, in quella che appare come una chiara ritorsione dopo la decisione di Bruxelles di imporre tariffe sui veicoli elettrici made in China. (LA NOTIZIA)

Su altri giornali

L'annuncio arriva a meno di una settimana dal voto del Consiglio Ue che ha dato il via libera alle nuove tariffe sulle auto elettriche del Dragone (Open)

Le nuove tasse applicate alle auto Made in China non sembrano spaventare i colossi del dragone, anzi, molti brand hanno deciso di non ritoccare al rialzo i prezzi delle vetture fino alla fine del 2024, ma stanno diventando sempre di più una fonte di preoccupazione per i costruttori europei che, a loro volta, producono alcuni dei loro modelli negli stabilimenti della Repubblica popolare. (La Gazzetta dello Sport)

Venerdì scorso, gli Stati membri hanno votato per confermare l’imposizione di dazi doganali sulle auto elettriche importate dalla Cina, nonostante l’opposizione dei tedeschi, che temono una guerra commerciale con Pechino. (RSI.ch Informazione)

Austria e Ungheria, quei favori alla Cina

Una sua caratteristica è di essere tutta del governo di Pechino, senza apporti di capitale privato. Da mesi, almeno da quando l’Unione europea ha iniziato a studiare dazi sull’auto elettrica cinese, Dongfeng parla di un investimento produttivo «in Italia oppure in Europa»: il costruttore non ha mai fornito in pubblico altri dettagli, ma sembrerebbe pensare a uno o più centri di assemblaggio di parti fatte in Cina — batterie incluse — con un apporto relativamente minore di componenti locali. (Corriere della Sera)

Una decisione che potrebbe colpire in particolare le case automobilistiche tedesche. Lo riferisce il ministero del Commercio di Pechino, ricordando che le indagini in corso sono avviate «in conformità alla legge» con lo scopo di «tutelare completamente i diritti di tutti i portatori di interessi». (Corriere della Sera)

I costruttori cinesi non si arrendono ai dazi, anzi, rilanciano. Le discussioni sono ancora accese, perché il via libera della Commissione europea alle nuove tasse sui veicoli elettrici prodotti in Cina avrebbe l’intenzione di rallentare l’avanzata di modelli provenienti dall’Asia. (Corriere della Sera)