Autonomia, bagarre in Aula: le opposizioni sventolano il Tricolore
Autonomia, bagarre in Aula: le opposizioni sventolano il Tricolore Bagarre in aula alla Camera, dopo il voto con cui è stata bocciata la mozione unitaria delle opposizioni sull'Autonomia differenziata. Dai banchi delle opposizioni, i deputati hanno mostrato il tricolore e cantato l'inno di Mameli.La mozione, respinta con 155 no, 124 sì e due astenuti, è stata presentata dopo della bocciatura della legge Calderoli da parte della Corte Costituzionale (Liberoquotidiano.it)
La notizia riportata su altri giornali
"Come è noto, la Cgil con altre forze politiche e sociali hanno raccolto oltre un milione di firme per abrogare l'autonomia differenziata – ha detto Landini -. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha risposto all'intervista rilasciata ieri dal ministro Calderoli dopo la pronuncia della Consulta. (la Repubblica)
Con 155 no, 124 sì e due astenuti - respinge la mozione unitaria delle opposizioni sull'autonomia differenziata e scoppia la bagarre in Aula. (il Giornale)
In attesa di un incontro a tre - con Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini appena la premier tornerà in Italia - è il segretario di FI ad alzare la posta, nella maggioranza. Pronti a darsi battaglia dalla riforma dell'Autonomia a quella della cittadinanza, passando per la legge di bilancio. (L'Unione Sarda.it)
Dalla Lega, si mostrano sicuri, sofferma… La legge esiste ancora, ma è stata sventrata dai giudici che hanno sancito l’incostituzionalità di sette suoi punti, chiedendo il coinvolgimento del Parlamento, soprattutto riguardo alla definizione delle competenze relative alle materie Lep. (La Nuova Venezia)
L'Aula della Camera ha respinto con 155 no e 124 sì (due gli astenuti) la mozione unitaria delle opposizioni con la quale si impegnava il Governo, tra l'altro, a sospendere i negoziati sull'Autonomia differenziata gia' avviati con le Regioni, a seguito della sentenza sulla riforma espressa dalla Corte costituzionale (L'HuffPost)
Il crollo del Carroccio nelle due ultime elezioni regionali spinge ancora di più il partito di Matteo Salvini a rinchiudersi nelle regioni del Nord: quelle che con i loro referendum consultivi del 2017 hanno spinto maggiormente per trasferire fondi dallo Stato nelle casse locali. (Corriere della Sera)