Luana D’Orazio, manipolato l’orditoio 'gemello'. Si indaga sul contratto: "Non avrebbe dovuto usare macchinari"
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Secondo quanto ricostruito, Luana D'Orazio, che lavorava da circa un anno nell'azienda tessile, sarebbe rimasta impigliata nel rullo dell'orditorio a cui stava lavorando, venendo poi risucchiata.
La Procura di Prato è al lavoro anche sul tipo di contratto con il quale Luana D'Orazio era stata assunta nella ditta tessile.
Da un primo esame delle carte, sembra che la giovane operaia fosse stata assunta con semplici mansioni di catalogazione e quindi non avrebbe potuto lavorare ai macchinari presenti nella fabbrica e dunque neppure all'orditoio
I primi accertamenti condotti dal consulente tecnico della procura pratese sul macchinario uguale a quello in cui morì la giovane operaia. (FirenzeToday)
La notizia riportata su altri giornali
Ragnatela su protezione orditoio: da quanto tempo era sollevata persiana di sicurezza? Rivelazioni de "Il Corriere Fiorentino" Morte Luana. (Rai News)
La ragnatela rilevata dalla perizia eseguita dai tecnici della Asl incaricati dal procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi, potrebbe dimostrare che da tempo il sistema di protezione non era presente sul macchinario dell'Orditura Luana. (La Repubblica Firenze.it)
Ieri il consulente del pm ha iniziato l'accertamento dall'orditoio gemello trovando, appunto, le 'sicurezze' manipolate. Abbiamo già convocato la cabina di regia per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza nei luoghi di lavoro (Notizie - MSN Italia)
cronaca. Sono i primi esiti degli accertamenti eseguiti dal consulente della Procura. Si cerca di capire anche se il contratto della giovane ventiduenne fosse compatibile o meno con la funzione da lei svolta, potenzialmente pericolosa (TG La7)
Bisognerà adesso capire se nell'azienda fosse una pratica abituale lavorare senza dispositivi di protezione. Il primo ad essere analizzato dal consulente della Procura è stato l'"orditoio gemello" e sarebbe emersa un'«alterazione» già a un primo esame (La Nazione)
Lo si apprende da fonti della procura di Prato dopo un accertamento del suo consulente tecnico su un orditoio presente nella ditta uguale a quello in cui morì la 22enne. Il macchinario "gemello" di quello in cui morì Luana D'Orazio aveva i sistemi di sicurezza manipolati. (Gazzetta del Sud)