“Massacri e stupri: il nome di Al-Kikli a Tripoli fa paura”
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Il suo nome, dice chi in Libia lavora o ha lavorato, non si pronuncia, si sussurra. Perché Gheniwa, al secolo Abdel Ghani al-Kikli, è uomo potente, con occhi e orecchie in ogni parte del Paese, da Tripoli che in larga parte controlla, a Bengasi che gli ha dato i natali. Capo dello Stability Support Apparatus, milizia ufficialmente riconosciuta dal governo libico, per le Nazioni Unite è responsa… (la Repubblica)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Inseguito dalle accuse di torture, stupri e altri crimini violenti, un altro gerarca libico dopo Elmasry è stato tranquillamente in Italia. Una viaggio in compagnia dei miliziani del Ssa, criminali per l’Onu e indagati dalla Corte penale internazionale. (il manifesto)
Si tratta di Abdul Ghani al-Kikli, noto anche come “Ghneiwa”, comandante della milizia Stability Support Apparatus (SSA), accusato di crimini contro l’umanità e presunto responsabile di torture, sparizioni forzate e uccisioni extragiudiziali. (Tiscali Notizie)
E subito scoppia il caso, con le opposizioni che insorgono: «Il governo — attacca la segretaria dem Elly Schlein — chiarisca perché sta rendendo l’Italia … (la Repubblica)
Il nome del miliziano ricercato dalla Corte penale internazionale e rispedito in fretta e furia a casa con volo di stato è risuonato anche l’altro giorno, in occasione del ritorno della presidente del consiglio nelle aule del parlamento. (il manifesto)
Mentre il Guardasigilli Carlo Nordio continua a non dare risposte sul caso Almasri (il capo della polizia giudiziaria libica, arrestato e poi rilasciato nel nostro Paese nonostante un mandato di cattura della Cpi), un altro caso Libia scuote il governo Meloni. (LA NOTIZIA)
“Le polemiche sulla visita di Al Kikli? Non sono problemi nostri”, dice il fratello di Adel Jumaa Amer, il ministro di Stato libico per gli Affari del primo ministro e del gabinetto, ricoverato dal 14 febbraio all’European Hospital di Roma. (Il Fatto Quotidiano)