Juventus, un pareggio che lascia dubbi
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La Juventus, reduce da una prestazione altalenante, ha affrontato il Lecce al Via del Mare, in una partita che ha messo in luce non solo le difficoltà della squadra bianconera, ma anche le incertezze tattiche e fisiche che la affliggono. La formazione schierata negli ultimi venti minuti, composta da Perin, Cambiaso, Danilo, Kalulu, Rouhi, Fagioli, Locatelli, Mbangula, Koopmeiners, Pugno e Weah, ha sollevato interrogativi sulla reale competitività della squadra in ottica Champions League.
Il pareggio per 1-1, con reti di Cambiaso per la Juventus e Rebic per il Lecce, ha evidenziato come la squadra di Allegri fatichi a mantenere la concentrazione fino al fischio finale. Il gol di Rebic, arrivato nei minuti di recupero, ha infatti sancito un risultato che, seppur giusto, lascia l'amaro in bocca ai tifosi bianconeri, già provati dalla recente sconfitta contro l'Aston Villa.
Le defezioni e il dogmatismo tattico di Thiago Motta, unite alla stanchezza accumulata, hanno contribuito a un quadro complesso e caotico. La Juventus, che non riesce più a mantenere la porta inviolata, deve ora fare i conti con i propri limiti e ripartire da una base solida per ritrovare la strada del successo. Il crollo fisico e mentale della squadra, fotografato dal pareggio di Lecce, rappresenta un campanello d'allarme che non può essere ignorato.
In questo contesto, le parole di Giuseppe Pastore e Roberto Beccantini offrono spunti di riflessione importanti.