“Con Salvini arrestate anche me”: vicesindaco del Foggiano vestito da carcerato sul pratone di Pontida

Approfondimenti:
Processare Salvini Migranti

Si è presentato vestito da carcerato, con una tuta e un cappellino a righe bianche nere e orizzontali, Michele Leombruno, vicesindaco di Serracapriola, in provincia di Foggia, sul pratone di Pontida, in occasione del raduno leghista. ‘Ho votato Salvini, arrestate anche me’, si legge sui cartelli che indossa. "Iscritto alla Lega dal 2015, sono vestito così per solidarietà a Salvini. La Lega aveva detto nel programma elettorale che avrebbe bloccato l'immigrazione clandestina. (La Repubblica)

Se ne è parlato anche su altre testate

Intercettato da alcuni giornalisti presenti alla festa leghista dei giovani del Carroccio nel Bergamasco, a chi gli faceva notare che qualcuno ha messo in dubbio la sua presenza, ha poi risposto: " Qualcuno in malafede, qualcuno che non mi conosce ", ha osservato. (il Giornale)

A Pontida è il giorno del tradizionale raduno della Lega. Sul palco il segretario Matteo Salvini, tra gli ospiti della destra sovranista internazionale il premier ungherese Orban (Corriere TV)

Da un estremo all’altro, insomma. In poco più di tre decenni, chi lo ha calpestato ha compiuto un lungo tragitto politico e ideologico che lo ha portato da un primigenio afflato federalista, con una successiva sosta in area secessionista per ragioni tattiche, fino a un approdo sovranista. (Corriere della Sera)

La Pontida salviniana con l’incognita Vannacci

Il generale ed eurodeputato Roberto Vannacci è arrivato a Pontida, accolto dalle note di 'Generale' di Francesco De Gregori. Con il leader della Lega, non sono mancati abbracci e un piatto di arrosticini. (Adnkronos)

Sotto il sole e il pratone infangato per l'umidità della notte, tutto pronta per accogliere il popolo della Lega. Il giorno di Pontida. (Liberoquotidiano.it)

Palco montato, scritta a caratteri cubitali compresa: «Difendere i confini non è reato». Questa edizione del raduno leghista sarà la più salviniana di sempre (almeno finora, perché «del doman non v’è certezza»). (il manifesto)