Gaza, le forze di difesa israeliane lasciano l’ospedale Kamal Adwan. Il direttore: hanno ucciso mio figlio
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Roma, 26 ott. – Il figlio 21enne del direttore dell’ospedale Kamal Adwan della Striscia di Gaza è rimasto ucciso in un attacco delle forze israeliane alla struttura sanitaria di Beit Lahia. Lo ha riferito alla Cnn il direttore Hussam Abu Safiya, spiegando che il figlio Ibrahim è morto all’ingresso dell’ospedale dove stava cercando di capire se le forze israeliane si fossero o meno ritirate. “Il suo sogno era diventare un medico”, ha raccontato all’emittente americana, spiegando che il figlio si era offerto volontario per aiutare a curare i feriti a fronte della carenza di personale: “Era con me 24 ore su 24 nell’unità di terapia intensiva e in altri reparti”. (Agenzia askanews)
La notizia riportata su altre testate
Non si fermano gli attacchi di Israele contro la Striscia di Gaza dopo le decine di morti registrate venerdì. Almeno 35 palestinesi sono stati uccisi in un attacco contro un'area residenziale che ha distrutto diversi edifici a Beit Lahia, nel nord dell'enclave palestinese. (Euronews Italiano)
Ci sono anche tre giornalisti tra le otto persone uccise oggi in un attacco aereo israeliano su una scuola nel campo profughi di Shati, a ovest di Gaza City. (Il Mattino di Padova)
Ormai gli uffici della comunicazione di quelle (pochissime) organizzazioni e istituzioni umanitarie che ancora operano dentro la Striscia sembrano aver bisogno di una lingua nuova, in cui avverbi e aggettivi usati accanto a parole come «tragedia, disastro, catastrofe» non bastano più a smuovere l’opinione pubblica mondiale e la politica occidentale. (il manifesto)
Le famiglie sfollate di Khan Younis stanno lottando per sopravvivere in tende e rifugi di fortuna tra le rovine della città devastata nel nord di Gaza dove Israele sta conducendo una pesante offensiva. (LAPRESSE)
Gaza City, raid israeliano su una scuola: 9 morti e 20 feriti (Il Mattino di Padova)
Secondo il ministero della Salute, controllato da Hamas, sono oltre 42.900 le persone morte dall’inizio della guerra tra Israele e i militanti palestinesi. Il vicepresidente dell'Unione Europea Josep Borrell questa mattina ha chiesto ai leader internazionali d'intervenire per fermare la tragedia umana in atto: “È nostro dovere proteggere i civili e i diritti umani ed è ora di agire di conseguenza, le informazioni seppure scarse rivelano un livello catastrofico di uccisioni, distruzione e fame, nonché lo sfollamento forzato di civili, mentre un'intera popolazione è sottoposta a bombardamenti, assedio e rischio di fame e costretta a scegliere tra lo sfollamento e la morte. (RTL 102.5)