Von der Leyen, stato dell'Unione: concorrenza sleale sull'auto, le importazioni potrebbero essere tassate
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Il discorso sullo “stato dell’Unione” della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen apre uno spiraglio di cambiamento anche nel settore della mobilità, fortemente impegnato nella transizione energetica. È chiaro a tutti che, nel lungo termine, i veicoli dovranno essere tutti ad “emissioni zero”. Non solo al momento dell’utilizzo, ma durante tutto il ciclo produttivo, fino al completo riciclaggio, alimentando la virtuosa economia circolare. (ilmessaggero.it)
Ne parlano anche altre fonti
L’UE avvierà un’indagine sui sospetti secondo cui la Cina ha concesso ingenti sussidi statali ai suoi produttori di auto elettriche, poiché l’Europa teme la capacità della propria industria di competere con i bassi prezzi della Cina. (MotoriSuMotori)
Lungi da noi voler difendere a spada tratta l'industria cinese o attaccare i vertici europei, le Case auto del Vecchio Continente e la nostra classe politica. (Motor1 Italia)
La scorsa settimana, durante un evento, un uomo d’affari ha improvvisamente tirato fuori il suo telefono per mostrarmi la sua esperienza con un taxi senza conducente nel centro di Pechino. Nel video, un robotaxi ha affrontato in modo impressionante una svolta attraverso diverse corsie di una strada trafficata. (Start Magazine)
La Commissione europea sta valutando l’ipotesi di imporre dazi più alti per le automobili importate dalla Cina per tutelare le case automobilistiche comunitarie, già impegnate nello sforzo di adeguarsi allo stop alle auto a diesel e benzina previsto per il 2035. (WIRED Italia)
L’auto rischia di diventare la miccia di una guerra commerciale fra Cina e Unione europea. Mercoledì la Commissione Ue ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sulle vetture elettriche cinesi per verificare se i sussidi pubblici di Pechino stiano alterando la concorrenza nel mercato a favore dei costruttori cinesi. (Corriere della Sera)
La Cina potrebbe reagire alle mosse dell'Unione europea, anche perché l'opinione della Commissione Ue su Pechino e sulla Via della Seta è nota da tempo. A cura di Tommaso Coluzzi (Fanpage.it)