Mercati: tre lezioni da considerare per i prossimi mesi

Il passaggio del semestre dei mercati finanziari è avvenuto sotto il segno di tre eventi significativi: il confronto televisivo tra il presidente Joe Biden e lo sfidante Donald Trump, le elezioni francesi, l’inflazione americana. In questo contesto, ecco di seguito la view di Carlo Benetti, Market Specialist di GAM (Italia) SGR. L’appuntamento di novembre con le elezioni presidenziali negli Stati Uniti costituisce, con l’evoluzione dei malfermi equilibri geo-politici globali, una delle maggiori fonti di volatilità. (Bluerating.com)

La notizia riportata su altri media

Intanto, i rischi politici si sono già fatti sentire sui titoli di Stato, con un aumento dello spread rispetto ai Bund tedeschi, presi a riferimento per l’area euro. (Morningstar)

(audio a cura di Fineconomy) (Fineconomy)

I cambiamenti di governo in Francia sono gestibili per i mercati azionari europei, secondo Andrea Scauri, gestore azionario Italia di Lemanik, che esclude una recessione. (Milano Finanza)

Bce, ricatto tedesco. Su Borse e spread si stringe la morsa della politica

Parola del vicepresidente Luis de Guindos che, interpellato dalla CNBC in occasione del forum delle banche centrali che si sta svolgendo a Sintra, in Portogallo, ha avvertito che i mercati francesi sarebbero “turbati” se il nuovo governo francese non si impegnasse a rispettare le nuove regole fiscali, ovvero i nuovi limiti sul debito-Pil e deficit-Pil, che l’Unione europea, dopo una sospensione durata tre anni, è tornata a imporre con il nuovo Patto di stabilità e crescita: patto, va ricordato, che ha messo in imbarazzo non poco il governo Meloni. (Finanzaonline)

Dopo un primo semestre di crescita, i mercati sono già proiettati alla seconda parte del 2024 con una buona dose di fiducia nonostante incombano diverse incertezze. In questo contesto, sull’obbligazionario c’è il rischio che gli investitori cedano al fascino del BTP senza guardare ad altre opportunità più performanti. (Borse.it)

Nel 2011 fu l'Italia a finire sotto al giogo di un intreccio fatto di spread e politica, che portò alla caduta del governo guidato da Silvio Berlusconi e all'arrivo di Mario Monti e della sua manovra «lacrime e sangue». (il Giornale)