Hamilton in difficoltà a Gedda: Ferrari lontana, il sette volte campione fatica a trovare il ritmo

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Lewis Hamilton, che dopo tredici anni alla Mercedes ha scelto di indossare la tuta rossa della Ferrari, sta vivendo un adattamento più complicato del previsto. Nelle terze libere del Gran Premio d’Arabia Saudita, il pilota britannico si è piazzato dodicesimo, a oltre un secondo dalle McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri – le più veloci nella sessione – e incastrato tra le due Racing Bulls di Isack Hadjar e Liam Lawson. Quando il suo ingegnere, Riccardo Adami, gli ha comunicato i distacchi, la risposta è stata un secco "Jeez...", abbreviazione colloquiale per "Jesus", che tradisce la frustrazione di un campione abituato a lottare in prima fila.

Il circuito di Gedda, con le sue curve ad alta velocità e i muri pericolosamente vicini, richiede una macchina affidabile e un feeling immediato tra pilota e vettura. Elementi che Hamilton, almeno per ora, fatica a trovare nella SF-25. Mentre il suo compagno di squadra, Charles Leclerc, ha concluso le FP3 al quarto posto, lui è rimasto indietro di quattro decimi, un gap significativo che alimenta dubbi sulla sua capacità di adattamento.

Quello che colpisce, oltre ai risultati, è il tono insolitamente dimesso di Hamilton, lontano dall’approccio carismatico e determinato che lo ha reso una leggenda della Formula 1. Già nelle prove libere di venerdì aveva chiuso tredicesimo, senza nemmeno salutare i fan prima di rientrare ai box in fretta e furia. Un comportamento anomalo per un pilota noto per la sua connessione con il pubblico, e che lascia intendere una pressione crescente.