Papa Francesco, a Santa Marta scatta il cordone per evitare rischi
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Voi vi immaginate un Papa che sta dentro lo studio e non riceve e non incontra nessuno?». Era il 21 febbraio e al Gemelli il professor Sergio Alfieri incontrava la stampa la prima volta. Erano i primi giorni del ricovero di Francesco, la situazione non sembrava ancora così grave, da allora gli eventi si sono accavallati, il Papa ha rischiato la vita, si è ripreso a fatica, ora è uscito dall’osped… (la Repubblica)
Su altri giornali
Sono le parole di Papa Francesco riportate in una intervista al Corriere della Sera da Sergio Alfieri, il capo dell'equipe medica del Gemelli che ha curato il Pontefice. "È brutto". (L'HuffPost)
Papa Francesco è stato dimesso dal Gemelli e si avvia verso una lunga convalescenza, in barba ai complottisti - celebri e non - che lo davano per morto da settimane. Chi lo ha curato racconta che il Pontefice è stato vicino al peggio per due volte, ma è riuscito a salvarsi dalla polmonite e dalle infezioni che lo hanno messo in pericolo di vita. (leggo.it)
La Sala stampa Vaticana oggi comunica: «La convalescenza continua nei termini che sono stati prescritti dai medici sabato, quindi con terapia, fisioterapia respiratoria e fisioterapia motoria. Papa Francesco non è più in pericolo di vita. (ilmattino.it)
Un filo mariano lega con premurosa discrezione, ma anche con effettiva presenza, i 38 giorni di degenza del Papa al Policlinico Gemelli. Un filo che si è palesato, infine, in tutta la sua forza, proprio nella domenica in cui Francesco ha potuto finalmente tornare a casa. (Avvenire)
(Adnkronos) – Anche la dieta, in convalescenza, ha il suo peso. E Papa Francesco, dimesso dal Policlinico Gemelli dopo un ricovero di 38 giorni e ora in riabilitazione a Santa Marta, non fa eccezioni. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
Un alto prelato della Santa Sede, interpellato da La Stampa, descrive così le condizioni del Pontefice nelle prime ore dopo il ritorno dal Gemelli, dove è stato ricoverato 38 giorni per debellare una polmonite bilaterale. (La Stampa)