Mosca avverte la Nato: "Truppe in Ucraina significheranno scontro diretto"
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Ogni presenza militare straniera in territorio ucraino, a prescindere dalla sua natura ufficiale o dai mandati dichiarati, sarà interpretata dalla Russia come una minaccia alla propria sicurezza. Lo ha ribadito con toni netti Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, durante un briefing in cui ha delineato i rischi di un’escalation qualora i Paesi della Nato decidessero di inviare contingenti a sostegno di Kyiv. "Non importa sotto quale bandiera operino, né quali giustificazioni vengano addotte: per noi si tratterebbe di un atto inaccettabile", ha affermato, aggiungendo che Mosca considererebbe tale mossa come un passo verso un conflitto aperto con l’intera Alleanza atlantica.
La posizione del Cremlino arriva in un momento di crescente tensione, segnato da un’intensificazione degli attacchi aerei. Nella notte tra martedì e mercoledì, l’Ucraina ha lanciato un’offensiva con droni che ha colpito diverse regioni russe, tra cui quella di Rostov, dove decine di abitazioni sono state evacuate. Le autorità di Mosca hanno dichiarato di aver abbattuto 158 velivoli senza pilota, confermando una dinamica ormai consolidata di raid reciproci che, seppur privi di svolte decisive, contribuiscono a logorare entrambi i fronti.
Sul piano diplomatico, intanto, le aperture di Kyiv verso un cessate il fuoco – avanzate su impulso statunitense – si scontrano con lo scetticismo russo. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha sostenuto che Putin, pur non opponendosi in linea di principio alla tregua, nutre dubbi sulla capacità del governo ucraino di far rispettare l’accordo a quelle formazioni che, a suo dire, "sfuggono al controllo di Zelensky". Un’argomentazione che, di fatto, lascia poco spazio a negoziati immediati, mentre le ostilità continuano a mietere vittime senza che si intraveda una soluzione politica.