Viaggio nel silenzio della coppia ritrovata senza vita a Verona: solitudine, degrado e un’eredità contesa
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Quattro chilometri oltre l’Adige, la strada dei Monti serpeggia tra colline punteggiate di vigneti, edicole votive e cartelli che annunciano la scomparsa di un gatto di nome Ettore. Un paesaggio apparentemente idilliaco, dove Porsche e Ferrari parcheggiate davanti a ville lussuose convivono con telecamere di sorveglianza e avvisi di “Zona controllo vicinato”. È qui, in questa contraddizione tra opulenza e diffidenza, che si consuma la storia di Marco Steffanoni e Maria Teresa Nizzola, i cui corpi sono stati scoperti in uno stato di semimummificazione dopo mesi di oblio.
La villa, un tempo simbolo di agio, mostrava segni inequivocabili di abbandono: mobili marci, pareti scrostate, un silenzio rotto solo dal passaggio di ladri, come dimostra il recente sopralluogo delle forze dell’ordine. Quella che doveva essere una dimora accogliente si era trasformata in un rifugio claustrofobico, lontano da occhi indiscreti e da quel tessuto sociale che pure, a pochi metri di distanza, si stringeva attorno a problemi comuni. I due coniugi, lui dentista di 75 anni, lei 76, avevano scelto un isolamento volontario, quasi una clausura, interrotta solo dalle donazioni a enti benefici e canili, unico legame con il mondo esterno.
La morte, giunta tra quelle mura, ha aperto una questione intricata: il testamento. Steffanoni, stando alle ricostruzioni, aveva destinato il patrimonio a organizzazioni caritatevoli, ma la successione dipende ora dall’accertamento di un dettaglio cruciale: chi dei due è spirato per primo. Un enigma che alimenta le speculazioni, mentre l’eredità – stimata in milioni – attira l’interesse di soggetti inaspettati, dai migranti beneficiari delle donazioni agli stessi canili che i due sostenevano.
La cronaca nera, in questo caso, si intreccia con un racconto di solitudine. Quella di una coppia che, pur vivendo in una zona dove tutti si conoscono, è rimasta invisibile. I vicini, se interrogati, scrollano le spalle: li avevano visti raramente, quasi fossero fantasmi. Nessun allarme, nessuna chiamata ai soccorsi quando le loro presenze si sono fatte sempre più rade. Persino la morte, giunta forse per cause naturali, è passata inosservata, scoperta solo dal casuale accesso di esploratori urbani.