Tre importanti novità per i medici specializzandi
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Le associazioni di rappresentanza dei medici in formazione specialistica, tra cui il settore giovanile del sindacato ANAAO e le associazioni ALS e GMI, hanno accolto con favore le tre significative implementazioni normative ed economiche contenute negli articoli 59 e 59-bis della legge di bilancio, attualmente in fase di votazione finale presso la Camera dei Deputati. Queste modifiche, che rappresentano un passo avanti per la categoria, includono l'abolizione de facto delle incompatibilità lavorative, permettendo ai medici specializzandi di tutti gli anni di svolgere, fino al 31 dicembre 2026, attività libero professionale e cococo per un massimo di otto ore settimanali. Tali attività comprendono lavori che richiedono solo la laurea in medicina o una specializzazione già conseguita e possono essere svolti in strutture pubbliche e private, senza necessità di richiedere alcun nullaosta al proprio direttore di scuola, purché al di fuori dell'orario formativo.
Parallelamente, il sindacato Nursing Up ha espresso forti critiche e preoccupazioni riguardo al recente emendamento della Manovra che destina borse di studio agli specializzandi non medici, escludendo però gli studenti dei percorsi di formazione per infermieri e altre professioni sanitarie assistenziali, come le ostetriche. Questa esclusione ha sollevato dubbi e malcontento tra gli studenti e i professionisti del settore, che si sentono ingiustamente trascurati.
Inoltre, la Fassid, che rappresenta diverse associazioni tra cui Aipac, Aupi, Simet, Sinafo e Snr, ha accolto con soddisfazione il ritiro dell'emendamento 6.0.15 al DDL Liste di attesa, che prevedeva l'abolizione del requisito di specializzazione per i concorsi di accesso al SSN per il dirigente farmacista. Il Coordinatore nazionale Roberta Di Turi ha sottolineato come questa sia una vittoria parziale, evidenziando la necessità di ulteriori interventi per ottenere una totale equiparazione tra tutte le borse di studio dell'Area Sanitaria.
Questi sviluppi rappresentano un importante passo avanti per i medici specializzandi e per il settore sanitario in generale, anche se restano ancora molte sfide da affrontare per garantire un trattamento equo e adeguato a tutti i professionisti della salute.