‘Il tempo che ci vuole’ è un film denso, onesto e commovente: un elogio al fallimento

‘Il tempo che ci vuole’ è un film denso, onesto e commovente: un elogio al fallimento
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Di Michele Sanfilippo Il tempo che ci vuole è un film denso, onesto e spesso commovente in cui Francesca Comencini, con estrema trasparenza, racconta l’importanza nella sua vita di suo padre Luigi. La Comencini, che ho avuto il piacere di ascoltare durante la presentazione del suo film, ha raccontato di avere scelto di girare un film che prediligesse il suo rapporto (di bambina prima, poi di adolescente e infine di donna matura) con il padre, tagliando fuori il resto della sua, pur numerosa, famiglia. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altre testate

Il cinema per elaborare e rivivere la propria storia familiare, due film molto diversi accomunati dalla volontà di indagare un vissuto. (la Repubblica)

Il padre, pur malato, si è opposto alla figlia che voleva uccidersi amandola, agendo nei fatti. È terribilmente semplice. (ilmessaggero.it)

Ora fa lo stesso con Il tempo che ci vuole, il film di Francesca Comencini che racconta il rapporto tra lei e il padre Luigi (prodotto dalla Kavac Film del regista piacentino), interpretati rispettivamente da Romana Maggiora Vergano e Fabrizio Gifuni. (Rolling Stone Italia)

Tutto su mio padre

CINEMA CARENI di Pieve di Soligo vi attende con la proiezione del film: IL TEMPO CHE CI VUOLE Orari: Venerdí 11 Ottobre ore 21.00 Sabato 12 Ottobre ore 21.00 Domenica 13 Ottobre ore 20.30... (Virgilio)

Il suicidio del fratello Camillo e, soprattutto, il non aver saputo cogliere in tempo i segnali che avevano annunciato il gesto tragico. Una responsabilità comune, dell’intero nucleo familiare: «Marx può aspettare è il mio film privato in cui mi sono sentito più libero, anche se non assolto. (La Stampa)

Il ruolo di figliadel regista Luigi. Gli anni Settanta, la politica, l’invasione dell’eroina. Il nuovo film della regista, protagonista Fabrizio Gifuni. “L’unica rivoluzione riuscita? Quella femminista, ha cambiato la vita di tutti” (L'Espresso)