Trump ai BRICS, dollaro o dazi fino al 100%. Le implicazioni sui cambi
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Il Presidente eletto Donald Trump attacca anche i BRICS, minacciando che imporrà dazi fino al 100% del valore dei beni importati in USA dai paesi aderenti al gruppo degli Emergenti, ora allargato ad altre cinque economie (BRICS Plus). Il motivo? L'aver annunciato la creazione di una valuta comune - BRICS Pay - che vuole contrastare il predominio del dollaro. E benché a Trump non faccia troppo piacere un dollaro forte, a motivo della perdita di competitività sul fronte del commercio internazionale, l'idea di perdere una economia dollaro-centrica è senza dubbio peggiore dell'impatto sul commercio mondiale. (QuiFinanza)
Ne parlano anche altri giornali
Nei giorni scorsi, il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso di introdurre tariffe elevate su Cina, Canada e Messico, minacciando di destabilizzare le catene di fornitura dell’industria automobilistica e suscitando preoccupazioni tra gli investitori riguardo ai costi più elevati. (ClubAlfa.it)
Oggi il dollaro statunitense guadagna lo 0,54%, raggiungendo i 106,3800 punti. L'indice USDIDX del dollaro statunitense rimbalza da una zona di supporto chiave, sostenuto dalle minacce del futuro presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di imporre dazi del 100% ai paesi membri dei BRICS (XTB)
La presidente della Bce, Christine Lagarde, è intervenuta sulla questione dei dazi. A suo avviso, sarebbe necessario importare più prodotti americani per riequilibrare la bilancia commerciale tra le due parti dell’oceano. (ilmessaggero.it)
L’abisso che si è aperto davanti agli Stati Uniti (ossia al principale imperialismo, quello occidentale) è di dimensioni tali da annebbiare la mente. Deve essere per questo che nell’ultimo decennio i gruppi dominanti quel paese hanno selezionato personaggi davvero improbabili come “presidenti”. (Contropiano)
Prosegue la composizione della squadra per la prossima amministrazione, il cui insediamento avverrà a partire dal 20 gennaio con il giuramento del tycoon. E già si conoscono le prime misure che egli ha in testa: dazi sulle merci di Messico, Canada e Cina. (InvestireOggi.it)
Il futuro presidente, infatti, ha annunciato l'intenzione di varare nuovi dazi sulle importazioni dai due paesi che confinano con gli Stati Uniti. Con l'inizio della seconda presidenza di Donald Trump, i costruttori di auto con stabilimenti situati in Canada e Messico potrebbero ritrovarsi in difficoltà. (La Gazzetta dello Sport)