Meloni e i magistrati, il duello continua

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INTERNO

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha recentemente pubblicato sui suoi social alcune frasi estrapolate da una mail del sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, alimentando ulteriormente il clima di tensione tra il governo e la magistratura. Meloni, in un evidente stato di nervosismo, ha utilizzato queste frasi per rafforzare la sua narrazione di vittimismo, nonostante il messaggio originale avesse un contenuto ben diverso.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto con fermezza nel dibattito, richiamando entrambe le parti alla responsabilità istituzionale. Durante il suo discorso al Festival delle Regioni a Bari, Mattarella ha sottolineato l'importanza della mediazione e della sintesi, invitando a superare le contrapposizioni e a lavorare per il bene comune. Il suo intervento è stato visto come un tentativo di placare il conflitto tra la premier e i magistrati, in particolare riguardo alla questione dei migranti in Albania.

Nel frattempo, il vicepremier Antonio Tajani ha espresso il suo disappunto per le dichiarazioni contenute nella mail dei magistrati, definendole inaccettabili. Tajani ha accusato una corrente della magistratura, storicamente legata all'ex partito comunista, di attaccare Meloni così come in passato aveva attaccato Silvio Berlusconi. Il ministro degli Esteri ha inoltre criticato l'atteggiamento dei magistrati, paragonandolo a quello del generale Vannacci, che era stato criticato per il suo coinvolgimento politico.

La situazione si è ulteriormente complicata con l'annuncio di un nuovo decreto legge da parte del Consiglio dei ministri, volto a chiarire e vincolare la competenza del governo nella individuazione dei paesi sicuri verso cui disporre il rimpatrio dei migranti clandestini.