Palermo, padre vittima di ricatti della figlia si suicida
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Un uomo di 48 anni, identificato solo con le iniziali G.M., si è tolto la vita impiccandosi nella sua abitazione di Palermo, incapace di sopportare le pressioni estorsive della figlia di 15 anni e del fidanzato di 17. La vicenda, che ha sconvolto la comunità locale, ha portato all'arresto dei due giovani, ora accusati di estorsione aggravata e istigazione al suicidio.
Secondo le indagini condotte dalla Procura dei minori di Palermo, la figlia, che nel frattempo ha compiuto 16 anni e ha dato alla luce un bambino, avrebbe minacciato il padre con richieste di denaro, arrivando a ricattarlo con l'accusa di violenza sessuale. Le pressioni, iniziate almeno tre mesi prima del tragico evento, includevano minacce di intervento dei servizi sociali e di suicidio da parte della giovane.
Il padre, già provato dalla recente perdita della moglie a causa di un tumore, non ha retto alle continue richieste e alle minacce della figlia, che mirava a ottenere subito l'eredità materna. La situazione è degenerata al punto che l'uomo ha deciso di porre fine alla sua vita, lasciando dietro di sé una famiglia distrutta e una comunità in lutto.
Gli inquirenti hanno contestato ai due giovani l'articolo 586 del codice penale, che prevede pene severe per chi causa la morte o lesioni come conseguenza di altro reato.