Liste d'attesa, fondi spesi in modo inefficace
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La Corte dei conti, nella relazione pubblicata ieri dalla sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato, ha evidenziato gravi criticità nell'utilizzo dei fondi destinati alla riduzione delle liste d'attesa in sanità. Nonostante gli oltre 2 miliardi di euro stanziati tra il 2020 e il 2024, l'analisi ha rivelato che i controlli finora effettuati non hanno funzionato, e l'utilizzo dei fondi nel 2023 è stato molto parziale e spesso scollegato dall'effettiva riduzione delle liste d'attesa.
La relazione, redatta dal relatore Giampiero Pizziconi, sottolinea come il monitoraggio complessivo sia ancora da costruire, a causa di una metodologia basata su dati autocertificati dalle Regioni e dalle Province autonome, che risultano non omogenei. Questo approccio, privo di flussi informativi nazionali e di sistemi informativi strutturati, ha impedito una valutazione accurata dell'efficacia delle misure adottate.
Il problema delle liste d'attesa, già critico durante l'emergenza Covid-19, non ha trovato soluzione nel periodo post-pandemico. La Corte dei conti ha bocciato le azioni di contrasto messe in campo, evidenziando come le risorse siano state spesso utilizzate per coprire disavanzi piuttosto che per ridurre i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie. La mancanza di dati omogenei e di un sistema di monitoraggio efficace ha reso impossibile valutare l'impatto reale delle misure adottate.
La relazione della Corte dei conti mette in luce una gestione inefficace dei fondi destinati alla sanità, con gravi ripercussioni sulla qualità del servizio offerto ai cittadini.