Julian Assange: «Gli Usa hanno criminalizzato il giornalismo»

Gli Usa hanno criminalizzato il giornalismo. Lo ha detto Julian Assange al Consigli d’Europa nel suo primo intervento pubblico dal rilascio dopo 14 anni di isolamento e detenzione per il caso Wikileaks. «Vedo più impunità, più segretezza, più rappresaglie per aver detto la verità, e più autocensura. È difficile non tracciare una linea tra il governo degli Stati Uniti che attraversa il Rubicone criminalizzando a livello internazionale il giornalismo e il freddo clima attuale per la libertà di espressione», ha spiegato Assange davanti alla commissione Affari giuridici e i diritti umani dell’assemblea parlamentare. (Open)

La notizia riportata su altri media

"Voglio essere totalmente chiaro, non sono libero oggi perche' il sistema ha funzionato. Sono libero, dopo anni di carcere, perche' mi sono dichiarato colpevole di giornalismo. Mi sono dichiarato colpevole di aver cercato informazioni da una fonte. (Il Mattino di Padova)

L’ormai 53enne cofondatore di WikiLeaks ha, infatti, ritrovato la sua libertà solo lo scorso 26 giugno, mediante un patteggiamento con gli USA che avevano chiesto la sua estradizione dal Regno Unito. (L'INDIPENDENTE)

La Commissione l’aveva convocato per sentire la sua testimonianza sulle condizioni della sua detenzione nel Regno Unito, durata dodici anni tra confinamento forzato presso l’Ambasciata ecuadoriana e una cella d’isolamento nella famigerata prigione di Belmarsh. (articolo21)

«Non sono libero oggi perché il sistema funziona. Si difende e attacca. (La Stampa)

Nelle sue prime dichiarazioni pubbliche da quando è stato scarcerato, il fondatore di WikiLeaks Julian Assange ha detto di essere stato liberato dopo anni di detenzione perché “mi sono dichiarato colpevole di giornalismo”. (LAPRESSE)

È un pilastro di una società libera e informata". "La questione fondamentale è semplice: i giornalisti non dovrebbero essere perseguiti per aver svolto il loro lavoro. (L'HuffPost)