Assange, libero per aver fatto giornalismo

- Mentre il mondo osserva con preoccupazione l'escalation del conflitto in Libano e le sue tragiche conseguenze, Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, ha fatto il suo primo ritorno pubblico a Strasburgo dopo la fine della sua detenzione. Assange, che ha trascorso 14 anni in isolamento a causa di un mandato di arresto emesso dal governo degli Stati Uniti, ha dichiarato di essere libero oggi non perché il sistema abbia funzionato, ma perché si è dichiarato colpevole di aver fatto giornalismo.

Durante il suo intervento, Assange ha sottolineato come il giornalismo sia un pilastro fondamentale della società, criticando duramente gli Stati Uniti per aver criminalizzato questa professione. "Mi sono dichiarato colpevole di aver cercato informazioni da una fonte, di aver ottenuto informazioni da una fonte e di aver informato il pubblico su quali fossero queste informazioni", ha affermato con fermezza. Le sue parole risuonano come un monito per tutti coloro che credono nella libertà di stampa e nel diritto all'informazione.

Assange ha inoltre evidenziato come, senza interventi significativi, ci saranno altri casi simili al suo, invitando i giornalisti a restare uniti e a diventare "attivisti per la verità". La sua vicenda personale, segnata da anni di carcere e isolamento, rappresenta un esempio emblematico delle sfide che i giornalisti possono affrontare quando cercano di svolgere il loro lavoro in modo indipendente e senza compromessi.

Il ritorno pubblico di Assange avviene in un momento particolarmente delicato per la stampa internazionale, spesso accusata di essere asservita a interessi politici e di non svolgere adeguatamente il proprio ruolo di controllo e denuncia. Le sue parole, quindi, non solo rappresentano una difesa appassionata del giornalismo, ma anche un richiamo alla responsabilità e all'integrità professionale.

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