Beretta collabora con la giustizia, il Secondo Anello Verde: "La tua infamità non appartiene alla nostra mentalità"
"La tua infamità non appartiene alla nostra mentalità". È quanto recita il testo scritto sullo striscione - firmato 'Secondo Anello Verde' - apparso fuori da San Siro nella serata di ieri, venerdì 15 novembre, con lo scatto pubblicato oggi dai colleghi di MilanoToday. Appare scontato che il messaggio sia indirizzato ad Andrea Beretta, uno degli ex leader della Curva Nord nerazzurra che nei giorni scorsi ha deciso pentirsi e di collaborare con la giustizia riguardo l'inchiesta 'Doppia Curva' che coinvolge anche il tifo organizzato interista. (Fcinternews.it)
Su altri media
Dopo la notizia del pentimento del capo ultrà, lo striscione fuori San Siro: 'La tua infamità non appartiene alla nostra mentalità' Db 25/09/2018 - campionato di calcio serie A /... (Virgilio)
Uno striscione evidentemente collegato alla notizia, emersa nei giorni scorsi, del pentimento di Andrea Beretta, l’ormai ex capo ultras in carcere dallo scorso 5 settembre per l’omicidio di Antonio Bellocco – il rampollo di ‘ndrangheta che a sua volta progettava di ammazzarlo – e poi riarrestato nella maxi-inchiesta sulle curve di Inter e Milan. (Il Fatto Quotidiano)
In molti scelgono di non parlare ma la maggior parte di coloro che hanno fatto dichiarazioni si dichiarano fiduciosi nella giustizia. (StrettoWeb)
Non è piaciuta al nuovo direttivo della Curva Nord, che ora si chiama “Secondo anello verde 1969”, la notizia della decisione di Andrea Beretta di collaborare alle indagini della direzione distrettuale Antimafia che a inizio ottobre aveva decapitato i vertici del tifo organizzato interista e milanista. (TGR Lombardia)
Milano – Luci a San Siro. Un romanzo criminale che promette di scandagliare nei minimi particolari le dinamiche sotterranee che per decenni hanno contaminato il Meazza, con la drammatica escalation culminata con gli omicidi di Vittorio Boiocchi e Antonio Bellocco. (IL GIORNO)
La reazione della curva non si è fatta attendere: "La tua infamità non appartiene alla nostra mentalità". E di raccontare la … (La Repubblica)