Commissione Ue, accordo fra le forze di maggioranza, confermati i vice Fitto e Ribera
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Accordo fatto. I tre gruppi che fanno parte della «maggioranza Ursula», ovvero Popolari, Socialisti e Liberali, hanno trovato la quadra su un documento condiviso — una «dichiarazione di cooperazione» — per dare semaforo verde agli «esami» dei sei vicepresidenti esecutivi designati con una larga maggioranza (i due terzi dei coordinatori dei comitati parlamentari competenti). Raffaele Fitto, Teresa Ribera, Kaja Kallas, Roxana Mînzatu, Stéphane Séjourné, Henna Virkkunen erano stati ascoltati dagli eurodeputati il 12 novembre scorso ma il giudizio sui sei è finito ostaggio di un braccio di ferro tra Popolari e Socialisti che aveva al centro la candidata spagnola Ribera e l’italiano Fitto. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altre testate
Alla fine lo stallo imposto da Popolari e Socialisti si è fermato ed è arrivato il via libera tra il gruppo dei Popolari e Socialisti, impantanati sui nomi di Raffaele Fitto per l'Italia e Teresa Ribera per la Spagna. (Tiscali Notizie)
"Sono molto soddisfatta per (Raffaele) Fitto, ma penso che tutta l'Italia dovrebbe essere soddisfatta". (ilmessaggero.it)
Al termine di un lungo braccio di ferro, si è sbloccato lo stallo tra i popolari, socialisti e liberali. Le posizioni dell’esponente del governo italiano e Teresa Ribera, casus belli dello scontro politico intorno alla nascente nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, sono state suggellate da un patto europeista (Sky Tg24 )
Palazzo Charlemagne, nove e mezza di sera. È l’ora più difficile per il ministro a un passo dalla vicepresidenza della Commissione europea. (la Repubblica)
Bruxelles – Via libera ai due vice presidenti esecutivi designati, Teresa Ribera e Raffaele Fitto, dalle commissioni competenti del Parlamento europeo. (EuNews)
Di fatto il patto Weber-Garcia Perez-Hayer fa uscire dal cordone sanitario il gruppo Ecr, di cui fanno parte Fratelli d'Italia e i polacchi Legge e Giustizia. Estratto dal Mattinale Europeo Perché non è irrilevante quanto è successo a Bruxelles col bis di von der Leyen (Start Magazine)