Parla mister WikiLeaks: "Il giornalismo è stato criminalizzato dagli Usa"
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"Ho scelto la libertà al posto di una giustizia impossibile da realizzare. Non sono libero oggi perché il sistema ha funzionato: sono libero perché mi sono dichiarato colpevole di giornalismo". Julian Paul Assange parla per la prima volta da uomo libero, dopo aver trascorso quattordici anni della sua esistenza nell’ambasciata ecuadoriana a Londra e in detenzione nel carcere britannico di massima sicurezza di Belmarsh per aver divulgato centinaia di documenti scottanti del Dipartimento di Stato americano. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ne parlano anche altri giornali
Julian Assange è tornato a far sentire la sua voce. Dopo anni di silenzio forzato, l'ex fondatore di WikiLeaks ha parlato pubblicamente per la prima volta dal suo rilascio, avvenuto lo scorso giugno. (WIRED Italia)
"Difficile non tracciare una linea tra il governo degli Stati Uniti che attraversa il Rubicone e il freddo clima attuale per la libertà di espressione". Washington come Giulio Cesare. (EuropaToday)
''Alla fine ho scelto la libertà, piuttosto che una giustizia irrealizzabile'': ancora provato dalla lunga detenzione, il fondatore di Wikileaks Julian Assange parlando a Strasburgo davanti a una commissione del Consiglio d'Europa in quello che è stato il suo primo intervento pubblico da quando è stato rilasciato carcere di (Secolo d'Italia)
Quell’Europa che è stata culla della democrazia fin dai tempi degli antichi greci. E, da uomo libero, ha detto al mondo di essere stato costretto a scambiare la sua libertà con la giustizia, la sua prigionia con la libertà di espressione, la sua vita con il suo lavoro. (articolo21)
Margen Eggert (al centro) interpreta il ruolo della matriarca Karen, fulcro delle tensioni familiari raccontate nell'ultimo film dei fratelli Zürcher, Il passero nel camino. Zürcher Film Il nuovo film di Ramon Zürcher, Il passero nel camino (Der Spatz im Kamin), arriva questa settimana nei cinema svizzeri. (Prima Pagina - SWI swissinfo.ch)
Eppure, la vicenda personale del fondatore di WikiLeaks, tornato ieri a parlare in pubblico dopo la sua liberazione lo scorso giugno al termine di un lungo calvario giudiziario, è emblematica del pessimo stato di salute in cui versa oggi l’informazione. (LA NOTIZIA)