I virtuosi del clima: Italia al 43° posto

I virtuosi del clima: Italia al 43° posto
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Corriere della Sera ESTERI

Il titolo viene dalla Conferenza sul clima di Baku (ma perché non siamo come i danesi?), la foto di copertina dalla stazione di Boca Chica dove Donald Trump ha assistito con Elon Musk al lancio (non pienamente riuscito) di un razzo spaziale. Anche il lancio delle nomine per il neo-presidente non sembra andare tutto liscio, come scoprirete leggendo la newsletter che spazia dai razzi ai missili nucleari alle mine anti-persona in Ucraina (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri media

Tutti insieme questi Paesi rappresentano oltre il 90% delle emissioni globali. L’Italia continua ad essere in forte ritardo sulle performance climatiche rispetto agli altri Paesi del pianeta e dell’Ue. (Il Fatto Quotidiano)

Non c’è ancora un vero impegno per uscire dalle fonti fossili, nonostante la rapida crescita delle rinnovabili. È questa, in estrema sintesi, l’amara constatazione che giunge dalla ventesima edizione del Climate change performance index (Ccpi 2025), curato dalle organizzazioni non governative Germanwatch, NewClimate institute, e Climate action network. (LifeGate)

L’Italia, rispetto agli altri Paesi del Pianeta e dell’Ue, continua ad essere in forte ritardo sulle performance climatiche. (Eco dalle Città)

Pagella globale sulla performance climatica, l’Italia resta solo 43°

L’Italia si colloca al 43° posto a livello mondiale nella classifica annuale sulla performance ambientale, stilata da Germanwatch, Climate Action Network (Can) e NewClimate Institute, con la collaborazione di Legambiente. (MeteoWeb)

Tuttavia, sul suo risultato pesano i ritardi nello sviluppo delle energie rinnovabili e, soprattutto, l’inadeguatezza della sua politica climatica. Con il 33° posto, la Confederazione evita per un soffio un punteggio complessivo “basso”. (RSI Radiotelevisione svizzera)

via depositphotos.com Nessun progresso tangibile dall’anno scorso nella classifica del Climate Change Performance Index 2025 stilato da Germanwatch, Climate Action Network e NewClimate Institute. Pesano un PNIEC debole e il posticipo dell’addio al carbone al 2029 (Rinnovabili)