Sciopero dei treni, l’inferno vissuto dai pendolari rientrati a casa a notte fonda
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Una giornata da dimenticare quella vissuta ieri, martedì 5 novembre, da migliaia di pendolari ciociari. A raccontare il dramma è stata la collega giornalista Tiziana Iannarelli, che lavora a Roma e che per far ritorno a Cassino utilizza il treno delle 17. “Ore 20.22 partenza treno. Non parla più nessuno. Siamo sfiniti. Io sono uscita da lavoro quasi cinque ore fa. Ma Trenitalia ci fa un ennesimo regalo. (Frosinone News)
Su altre fonti
Questa la situazione alle 13 alla stazione Centrale di Milano per effetto dello sciopero di otto ore indetto dai sindacati dopo l'accoltellamento di un capotreno a Genova. Treni cancellati, viaggiatori in attesa con gli occhi puntati verso i cartelloni di arrivi e partenze e una coda di oltre venti metri al box informazioni. (Tiscali Notizie)
''Dopo poche ore è stato dimesso dall'ospedale, la notizia positiva è che sta bene e ha 14 giorni di prognosi, che servono soprattutto per verificare il rimarginare della ferita e togliere i punti - ha affermato Corradi - Quindi questa è la situazione al momento, però chiaramente stiamo ancora seguendolo in modo molto vicino''. (Adnkronos)
L’intervista al capotreno accoltellato Ora sta decisamente meglio, ma i momenti di terrori vissuti non se ne andranno via per un po’: “Mi è rimasta la paura, sì”. (Virgilio Notizie)
Eccola la vita tormentata di chi indossa la divisa sui treni e subisce 300 aggressioni all’anno, secondo la Uiltrasporti. Diciamo basta”. (la Repubblica)
Rosario Ventura, il capotreno accoltellato da due passeggeri mentre lavorava a bordo di un treno regionale diretto a Busalla, ricostruisce i momenti dell'aggressione. Non ha visto che il ragazzo era armato di coltello, lo ha capito quando era tardi e si è trovato a terra sanguinante senza avere neppure la forza di chiamare la polizia. (Today.it)
«Lo portavo con me sul lavoro perché ero già stato aggredito in passato» — ha detto ai carabinieri che hanno ascoltato la sua versione. Che ha tirato fuori dalla tasca prima di essere aggredito. (Corriere della Sera)