Sharon Verzeni, Moussa Sangare: «Il coltello con cui l'ho uccisa? L'ho tenuto come souvenir». Killer trasferito dal carcere

Sharon Verzeni, Moussa Sangare: «Il coltello con cui l'ho uccisa? L'ho tenuto come souvenir». Killer trasferito dal carcere
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«Il coltello con cui ho ucciso Sharon? Non l'ho buttato nel fiume perché ho pensato che avrei potuto trovarlo ancora lì. Volevo tenerlo per avere memoria di quello che avevo fatto, come un ricordo». È la verità di Moussa Sangare, in carcere per l'omicidio di Sharon Verzeni. Il 31enne – lunedì 2 settembre – ha rivelato dettagli inediti, alla gip di Bergamo Raffaella Mascarino, in merito all'arma utilizzata per uccidere la barista 33enne. (leggo.it)

Su altre testate

Omicidio Verzeni, lo sfogo della sorella di Sangare La minaccia con il coltello (Virgilio Notizie)

È cominciato alle ore 9 di questa mattina l'interrogatorio di convalida del fermo di Moussa Sangare, l'assassino di Sharon Verzeni. Intanto, dal passato turbolento del giovane spuntano almeno tre denunce per maltrattamenti familiari nei confronti della sorella e della madre. (il Giornale)

Lo stato mentale di Moussa Sangare nel momento dell’omicidio di Sharon Verzeni era “totalmente integro”. Nell’ordinanza di 39 pagine viene evidenziato che nonostante “le motivazioni addotte dall’indagato in ordine alla spinta che ha portato a commettere il fatto di sangue possono destare qualche perplessità in ordine al suo stato mentale, nel momento di compiere l’omicidio però la lucidità mostrata nell’adottare tutta una serie di accorgimenti sia nei momenti precedenti al delitto e anche gli accorgimenti dei giorni seguenti evidenziano uno stato mentale pienamente integro”. (Il Fatto Quotidiano)

Omicidio di Sharon Verzeni, la confessione di Moussa Sangare: «Lei guardava le stelle, la uccidevo e mi chiedeva perché»

La signora Verzeni si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato”. Lo ha detto la procuratrice aggiunta Maria Cristina Rota, nel corso della conferenza stampa in procura a Bergamo. (La Repubblica)

«Alla fine è arrivato a uccidere». Questo il dolore della sorella ventiquattrenne Awa, studentessa di Ingegneria a Bergamo e sorella di Moussa Sangare. (Open)

Era uscito con il feeling di accoltellare qualcuno. Ha deciso di ucciderla. (ilgazzettino.it)