La confusione fra centristi che favorisce Forza Italia

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Corriere della Sera INTERNO

C’è una differenza vistosa, tra la confusione che regna nella nebulosa centrista delle opposizioni e le certezze nell’area moderata del governo. Già suona singolare, perché alla fine potrebbe risultare un complimento a Giorgia Meloni, quanto ha detto polemicamente il leader di Azione, Carlo Calenda. E cioè che quello della premier è «un governo democristiano», ligio alle indicazioni di Bruxelles. Ma soprattutto, colpisce l’agitazione seguita alle dimissioni dall’Agenzia delle Entrate, annunciate al Corriere da Ernesto Maria Ruffini. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri giornali

– "Sala tutto può fare, meno che il federatore". Non le manda a dire Clemente Mastella, sindaco di Benevento, già parlamentare democristiano di lungo corso, sulla possibilità che l’attuale sindaco di Milano possa guidare il centro. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Il sindaco di Milano, Sala; poi Calenda e Renzi; e inoltre il direttore dimissionario dell’Agenzia delle Entrate, Ruffini: nelle ultime ore sono loro ad aver arricchito un dibattito politico altrimenti alquanto ingessato. (la Repubblica)

Vincenzo Carbone è il nome in pole secondo quanto raccolto in esclusiva dal Giornale d'Italia. Si apre la sfida per decidere il nuovo direttore dell'Agenzia delle Entrate dopo il passo indietro di Ruffini. (Il Giornale d'Italia)

L’eterna ricerca del centro in politica

Esso «è complice e funzionale al socialismo». Non ce ne facciamo niente del Centro, anzi il solo evocarlo fa danno, ha detto il presidente argentino Javier Milei parlando dal palco di Atreju, con parole che hanno provocato una standing ovation del pubblico. (Corriere della Sera)

Si pensa che quel 40% di elettori che da tempo non vota possa essere convinto da un centro credibile. Ma il sistema Italia sembra piuttosto piegarsi verso un bipolarismo forse naturale. (Sky Tg24 )

L’elenco degli aspiranti leader del centro si arricchisce ogni giorno di nuove presenze. Beppe Sala, Emma Bonino, Carlo Calenda, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Carlo Cottarelli, Franco Gabrielli. (La Repubblica)