Gli incontri di Francesco a Trieste, l'emozione nell'incrocio di uno sguardo

Trieste Una distesa di cappellini bianchi in uno scenario straordinario con alle spalle il mare e di fianco la vista della parte alta della città: è lo spettacolo che ha offerto Piazza Unità d'Italia, a Trieste, dove Papa Francesco ha presieduto stamattina la Messa rinnovando l'invito alla Chiesa triestina ad "andare avanti", a continuare a impegnarsi "in prima linea per diffondere il Vangelo della speranza, specialmente verso coloro che arrivano dalla rotta balcanica e verso tutti coloro che hanno bisogno di essere incoraggiati e consolati". (Vatican News - Italiano)

Ne parlano anche altri media

Da Vatican News (Diocesi di MIlano)

Francesco a Trieste lancia un monito politico senza confini: la democrazia? «Non è in buona salute». Il Papa arriva nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia per concludere la «Settimana Sociale dei Cattolici in Italia», la kermesse ecclesiastica giunta alla 50esima edizione, e avverte come la crisi democratica sia «trasversale a diverse Nazioni». (La Stampa)

Caramelle, rosari, carezze e sorrisi. Il Santo Padre dopo i discorsi a chiusura della 50esima settimana sociale dei cattolici ha voluto incontrare i migranti a cominciare a Weam, la donna di appena 20 anni che è stata portata via da Gaza con la prima figlia, oggi seguita dall’Irccs Burlo Garofolo, e che proprio a Trieste ha messo alla luce la secondo genita, Maia. (Il Friuli)

Papa Francesco contro i populismi, l'invito all'impegno dei cattolici

Francesco è atterrato alle 7 e 50 minuti al Generali Covention Center dove ad attenderlo c’erano le autorità con il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, il sindaco Roberto Dipiazza, il prefetto Pietro Signoriello, il vescovo di Trieste Enrico Trevisi, il direttore della settimana sociale Luigi Renna e il presidente della Cei Matteo Maria Zuppi. (Telefriuli)

Papa Francesco: "Preoccupato dall'astensionismo, la partecipazione non si può improvvisare" (Liberoquotidiano.it)

La città vecchia è la stessa dei versi di Umberto Saba ed è straordinario, durante l’omelia, sentire un Papa citare il capolavoro del poeta triestino che ispirò De André, il ritorno a casa lungo i vicoli «dove gli uomini e le merci sono “detriti”, cioè scarti dell’umanità: eppure proprio qui, scrive, “io ritrovo, passando, l’infinito nell’umiltà», perché la prostituta e il marinaio, la donna che litiga e il soldato, “sono tutte creature della vita e del dolore; s’agita in esse, come in me, il Signore”». (Corriere della Sera)