Stellantis, la Cisl chiede più soldi per gli ammortizzatori sociali. “Altrimenti 25mila posti a rischio”

“Nel corso del 2025 sia l’indotto, sia Stellantis esauriranno gli ammortizzatori sociali. Se non si interverrà per tempo ci saranno licenziamenti di massa“, a lanciare l’allarme è il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, che stima, se le cose non cambieranno, “almeno 12mila posti a rischio negli stabilimenti di Stellantis e altrettanti, se non di più, nelle fabbriche della componentistica”. (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altri media

«È giunto il momento di dedicare almeno altrettanta attenzione alle politiche di sostegno all’offerta, quindi alle politiche industriali per accompagnare nella transizione energetica l’intera filiera produttiva automotive, che non è formata soltanto da costruttori e componentisti, ma anche da comparti come le società di engineering e gli allestitori di veicoli commerciali e industriali, che vantano un alto grado di competenze e specializzazione. (Industria Italiana)

Il futuro degli stabilimenti di produzione italiani di Stellantis appare sempre più incerto. I sindacati non ci stanno e lanciano l’allarme: l’attuazione del piano potrebbe portare a licenziamenti di massa. (Economy Magazine)

Trattative avanzate per lo stabilimento auto di Dongfeng in Italia Le parole di Manca (Auto.it)

Vendite delle auto in calo, nello stabilimento Stellantis di Pomigliano ritorna la cassa integrazione

Dopo le polemiche con il governo sul futuro della produzione di automobili in Italia, con la poi nemmeno così velata accusa di voler lentamente dismettere gli stabilimenti nel nostro Paese, nei giorni scorsi si è aperta la questione auto green cinesi costruite in Italia. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

A partire dal 2025, gli incentivi per l’acquisto di automobili in Italia saranno legati alla provenienza dei componenti utilizzati nei veicoli. (FIRSTonline)

Anche per il sito industriale di Pomigliano d’Arco, per il quale l’azienda ha confermato l’estensione della produzione della Panda fino al 2029, le cose non vanno di certo meglio. (Corriere della Sera)