Fumo e fiamme: raid aerei israeliani colpiscono i sobborghi meridionali di Beirut

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Esplosioni, fumo e fiamme hanno seguito i raid aerei israeliani sui sobborghi meridionali di Beirut. Secondo i media ufficiali libanesi, domenica sono stati segnalati quattro attacchi israeliani nella zona, poco dopo l’avvertimento dell’esercito israeliano che ha invitato i residenti a evacuare l'area, roccaforte di Hezbollah, già sotto bombardamenti da diversi giorni. (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altri media

Proprio ieri è stato colpito per la prima volta il campo di Beddawi, a Tripoli, nel nord est, in una zona non interessata dal conflitto fino a questo momento. (il manifesto)

E gli ultimi attacchi sulla capitale libanese avrebbero cercato di colpire il suo probabile successore Safi Al Din, secondo media Usa. Previsti per stamani a Teheran i funerali di Nasrallah, l'ex leader di Hezbollah ucciso da Israele a Beirut: si terranno in concomitanza con la preghiera del venerdì guidata da Khamenei. (Sky Tg24 )

Sarebbe rimasto ucciso nell’ultimo, devastante attacco aereo nel quartiere sciita di Beirut, Dahieh. Neanche il tempo di succedere alla testa di Hezbollah dopo l’uccisione di Hassan Nasrallah, per 32 anni leader indiscusso del movimento sciita libanese, e già il suo successore che è (o era?) anche suo cugino, Hashem Safi al-Din, non dà più segni di vita. (ilmessaggero.it)

Beirut tra macerie e foto di Nasrallah

I quotidiani libanesi parlano di un fiume di fuoco che nella notte si è abbattuto su Beirut sud, ma non solo. Il quotidiano L’Orient Le Jour riferisce di un effetto simile a un prolungato terremoto. Una palla di fuoco è apparsa nel cielo di Beirut dopo che è stata colpita una fabbrica. (SettimanaNews)

Nelle ultime ore si sono sentite diverse esplosioni, e Hezbollah ha dichiarato di aver respinto un "tentativo" di infiltrazione dell'esercito israeliano che da giorni effettua incursioni nel sud del Libano. (Il Messaggero Veneto)

«Meglio fare in fretta. Vedete queste case a fianco della strada? Tutte vuote, la gente è scappata», racconta il navigato taxista che ci viene a prendere all'aeroporto di Beirut in mezzo al deserto e con scarsi controlli. (il Giornale)