Elkann&Tavares, la fabbrica dei dividendi: 25 miliardi di profitti senza investire

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Il Fatto Quotidiano ECONOMIA

Il 16 aprile scorso, all’assemblea degli azionisti di Stellantis ad Amsterdam (dove ha sede legale), John Elkann salutò con entusiasmo l’approvazione dei soci di un dividendo di 4,2 miliardi, un riacquisto di azioni proprie e un mega stipendio a lui e all’amministratore delegato Carlos Tavares da 44 milioni di euro in due: “Possiamo essere orgogliosi … (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altre testate

Dopo oltre 24 ore di dichiarazioni e speculazioni sul Tfr del manager portoghese, che domenica si è dimesso per divergenze sulle scelte da prendere nei prossimi mesi rispetto al Consiglio di amministrazione del gruppo automobilistico, Stellantis “smentisce le cifre riportate dai media sui termini finanziari delle dimissioni di Tavares, che sono molto imprecise e lontanissime dalla realtà”. (la Repubblica)

Non solo opzioni che fanno parte del mondo automotive e dello stesso gruppo (Antonio Filosa, Edouard Peugeot, Luca De Meo, Jean-Philippe Imparato), ma anche del settore tech, sul quale il presidente John Elkann è molto attento. (il Giornale)

Una minoranza qualificata di azionisti starebbe meditando sulla possibilità di avviare una class action contro l'ex amministratore delegato della società o di proporre addirittura un'azione di responsabilità per le gravi perdite provocate al titolo della società dalla cattiva gestione del manager portoghese. (il Giornale)

Se la Meloni rappresenta gli operai

Gli infortuni, di lungo corso, di Bremer e Cabal obbligheranno la Vecchia Signora a sondare il mercato di gennaio; proposto anche Koulibaly (Europa Calcio)

Il ritorno di Kalidou Koulibaly all’ombra del Vesuvio non è più un’utopia. Secondo quanto riportato da Marca, l’Al-Hilal starebbe valutando la possibilità di liberare il difensore franco-senegalese già nel mercato di gennaio, sostituendolo con Neymar nella lista per la Saudi Pro League. (Napolipiu.com)

Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, si è dimesso da ventiquattro ore e Giorgia Meloni ragiona su ciò che resta delle fabbriche italiane: «Difenderemo l'occupazione e l'indotto». È qui che il pensiero va al leader della Cgil, per contrasto, per differenza. (il Giornale)