Crisi Volkswagen, in 20 mila fischiano i vertici: colpa loro
Era il marchio più venduto, sempre in utile, popolare anche nel nome, dove chiunque voleva lavorare ed era soddisfatto. Scandali e decadenza l’hanno trasformato in un’anatra zoppa. Al pari di tante altre industrie dell’auto. Perfetto esempio dell’attuale tracollo tedesco, la Volkswagen è in piena crisi con la proprietà che minaccia – per la prima volta nella storia – addirittura di chiudere fabbriche in patria. (il manifesto)
La notizia riportata su altre testate
La Germania è alle prese con la crisi del settore automobilistico, a partire dalla Volkswagen (Vw), a causa della transizione dai motori a combustione ai veicoli elettrici entro il 2035, ma esperti prevedono che altri settore produttivi potrebbero presto seguire. (Euronews Italiano)
Il direttore finanziario di Volkswagen, Arno Antlitz, ha avvertito i dipendenti che l'azienda ha solo uno, forse due anni per risollevare le sorti del marchio principale. L'annuncio è stato fatto durante un incontro nella sede di Wolfsburg, dove Antlitz ha spiegato che le vendite non torneranno ai livelli pre-COVID e che l'azienda dovrà chiudere due stabilimenti per tagliare i costi. (Tom's Hardware Italia)
“Questo periodo - ha proseguito Kilian - ci offre ora l’opportunità di trovare, in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori, soluzioni che ci consentano di posizionare la Volkswagen in modo sostenibile in termini di competitività e futuro”. (RSI.ch Informazione)
Il gruppo Volkswagen ha formalizzato al sindacato dei metalmeccanici tedesco Ig Metall la disdetta di una serie di accordi sindacali, tra cui quello trentennale che garantisce i livelli occupazionali.. (Il Messaggero - Motori)
In un'intervista rilasciata alla Bild, Blume ha spiegato come la crisi del mercato europeo sia aggravata dalla crescente presenza di concorrenti asiatici. Nonostante la situazione allarmante, il manager ha rassicurato che non ci saranno licenziamenti o chiusure di fabbriche, almeno per il momento. (Automoto.it)
E a pagarne le conseguenze saranno i lavoratori di due fabbriche tedesche che vedono avvicinarsi lo spettro della chiusura. Il rischio, ora, è che parta una sorta di effetto domino innescato dall'urgenza di tagliare, entro il 2026, costi per 10 miliardi da parte di Volkswagen (il Giornale)