Tommaso Foti: “La premier non sgattaiola via. Kiev teme una pace ingiusta”

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INTERNO

Lo scontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, definito dal ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti, come «non un capolavoro di diplomazia», rappresenta una delle tante frizioni che caratterizzano i rapporti internazionali in un momento particolarmente delicato. Da un lato, il presidente americano, che punta a raggiungere l’obiettivo della pace, come più volte promesso durante la sua campagna elettorale; dall’altro, il leader ucraino, preoccupato che tale pace possa rivelarsi ingiusta, compromettendo gli sforzi e i sacrifici fatti finora dal suo paese.

Foti, intervenendo in un’intervista rilasciata presso il resort delle terme di Saturnia, ha sottolineato come queste tensioni siano quasi inevitabili, date le posizioni divergenti e gli interessi in gioco. «Non è che in un anno si riesce a fare quello che non si è fatto negli ultimi dieci», ha dichiarato, riferendosi all’aumento delle spese militari italiane, che dovrebbero raggiungere il 2,5% del Pil, come richiesto dagli Stati Uniti e dalla Nato. Un obiettivo ambizioso, che però non potrà essere raggiunto in tempi brevi, considerando le difficoltà economiche del paese e il debito pubblico che continua a rappresentare un freno significativo.

L’Italia, infatti, si prepara a destinare circa 20 miliardi in più alla difesa, una cifra che, se approvata dal Consiglio europeo, potrebbe essere temporaneamente esentata dalle rigide regole del Patto di Stabilità. Una mossa che permetterebbe al governo di aumentare le spese militari senza compromettere ulteriormente i conti pubblici, già gravati da un debito che supera il 140% del Pil. Tuttavia, Foti ha precisato che non si tratta di un processo immediato: «Lo chiedevano anche altri presidenti, compreso Biden, e ogni volta trovavamo una scusa per aggirare l’ostacolo», ha ammesso, evidenziando come la situazione attuale richieda un approccio più pragmatico e meno dilatorio.

In questo contesto, Giorgia Meloni si appresta a giocare un ruolo da mediatrice, cercando di bilanciare le esigenze di sicurezza europee con le pressioni provenienti da oltreoceano. La premier italiana, che ha stabilito un solido rapporto con Zelensky, si trova oggi a Londra per partecipare al «Leaders Summit on Ukraine», un vertice guidato dal Regno Unito di Keir Starmer e allargato alla Turchia, che affronterà temi cruciali come la difesa comune e la sicurezza ucraina. Un appuntamento delicato, che arriva dopo il recente litigio in diretta televisiva tra Trump, J.D. Vance e Zelensky, uno scontro che ha ulteriormente complicato il quadro diplomatico.

Meloni, che sta cercando di costruire un rapporto preferenziale con l’inquilino della Casa Bianca, dovrà decifrare le reali intenzioni di Trump, spesso celate dietro provocazioni e dichiarazioni apparentemente contraddittorie. La sfida è quella di conciliare le richieste americane con le esigenze europee, mantenendo al contempo un dialogo costruttivo con Kiev, che guarda con preoccupazione alla possibilità di una pace imposta, che potrebbe non rispettare i suoi interessi strategici.