La sfida di Trump ai grandi della Rete
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Appena Donald Trump ha comunicato, domenica sera, di averlo scelto per la guida della Fcc (Federal Communication Commission), l’agenzia del governo che regola tecnicamente le emittenti tv, radio e le telecomunicazioni, Brendan Carr ha dichiarato guerra ai giganti di Big Tech promettendo di smantellare quello che definisce il «cartello della censura». Mentre fin qui sotto accusa era stato soprattutto Elon Musk per aver rimosso i filtri dalla sua piattaforma X (ex Twitter) che si è, così, riempita di messaggi calunniosi, violenti, pornografici, falsità e teorie cospirative di ogni tipo (con conseguente fuga degli inserzionisti pubblicitari), ora con Trump il vento cambia. (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altri media
Che regolamentazione delle tlc e della concorrenza ci sarà con Trump? Ieri sera il presidente eletto Donald Trump ha nominato Brendan Carr (nella foto), critico delle Big Tech e delle politiche sulle tlc dell’amministrazione Biden, presidente della Federal Communications Commission (Fcc), ente regolatore delle telecomunicazioni (Start Magazine)
Carr, un convinto sostenitore di Elon Musk, ha criticato duramente le big tech colpevoli, secondo lui, di censurare la libertà di espressione (Milano Finanza)
Chi è Brendan Carr, il “guerriero anti-censura” che Trump ha scelto come capo dell’agenzia per le telecomunicazioni Getting your Trinity Audio player ready... (Dire)
Brendan Carr è il nuovo numero uno della Federal Communications Commission: ad annunciarne la nomina in un comunicato stampa è il neo presidente Usa Donald Trump, che definisce Carr come “un guerriero della libertà di espressione”. (CorCom)
Dopo avere ringraziato Trump per la nomina, Carr è stato chiaro: “Adesso mettiamoci al lavoro. (ByoBlu)
Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump nomina il repubblicano Brendan Carr come prossimo presidente della commissione federale per le Comunicazioni (Fcc). È stato confermato all’unanimità dal Senato tre volte ed è stato nominato sia da Trump che dal presidente Joe Biden alla commissione. (Il Sole 24 ORE)