La vittoria di Trump negli Stati Uniti inaugura una nuova era: l’era dei broligarchi
Min lettura di Natalia Antelava Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane i Democratici negli Stati Uniti, così come i sostenitori delle idee liberali in altre parti del mondo, si faranno un esame di coscienza e cercheranno di trovare una strada per il futuro. Ma la ricerca di soluzioni deve iniziare con l'accettazione della più grande lezione di queste elezioni: il liberalismo, così come lo conosciamo, è morto. (Valigia Blu)
Su altri media
A meno di una settimana dal voto che ha riconsegnato la Casa Bianca e, a quanto sembra, anche il controllo della Camera e del Senato ai repubblicani, le cancellerie dei Paesi alleati degli Stati Uniti attendono con trepidazione l’insediamento il 20 gennaio del 2025 della nuova presidenza di Donald Trump. (il Giornale)
Uno dei cambiamenti sostanziali, a cui si presta meno attenzione, è il seguente: rispetto a otto anni fa l’America oggi è ancora più forte, la sua economia ha distanziato ulteriormente tutte le altre. La seconda Amministrazione Trump dal 20 gennaio 2025 affronterà un mondo cambiato profondamente rispetto alla sua edizione precedente, il Trump I che governò dal gennaio 2017 al gennaio 2021. (Corriere della Sera)
Min lettura (Valigia Blu)
Sembrava una equazione relativamente semplice: da un lato Kamala Harris, una donna di colore preparata e competente; dall’altro Donald Trump, un uomo farneticante e sconclusionato senza un programma politico. (La Provincia di Cremona e Crema)
Sono parole al veleno quelle che Susan Glasser lancia dalle pagine del New Yorker, eppure Donald Trump ha vinto, anzi: ha stravinto. (L'Eco di Bergamo)
L'analisi del voto Usa e le prospettive che da noi neanche consideriamo: perché The Donald ha vinto e soprattutto grazie a chi. È in atto una crisi isterica collettiva di livello planetario. Innescata dalla vittoria di Donald J. (AlessioPorcu.it)