Gaetz e gli altri: arrivano i mostri
Articolo Precedente
Articolo Successivo
«Meglio le scarpe da clown», ha commentato qualcuno in un post sulle ultime nomine di Trump, «che gli stivali da gerarca». Ma ad oggi la rosa di nomi che vanno completando l’organico del prossimo governo Trump sembrano corrispondere un po’ ad entrambe le categorie. A ideologi di ferro come Stephen Miller, architetto della tolleranza zero sovranista (e sgherri come Tom Homan, specialista della sottrazione di figli ai richiedenti asilo), si sommano personaggi che sembrano avere un ruolo principalmente provocatorio. (il manifesto)
La notizia riportata su altri giornali
Il futuro governo di Donald Trump, già in via di definizione, è oggetto di acceso dibattito negli ambienti politici statunitensi, inclusi quelli del partito repubblicano. Tra le recenti nomine annunciate spiccano quelle di Matt Gaetz, Tulsi Gabbard e Pete Hegseth: tre figure che stanno suscitando scalpore per le posizioni controverse e la mancanza di esperienza specifica nei ruoli per cui sono stati scelti. (Famiglia Cristiana)
Con queste parole Tulsi Gabbard annunciava la sua adesione al Partito repubblicano lo scorso 22 ottobre durante un comizio del tycoon in Carolina del Nord. Donald Trump ha riportato il Grand Old Party ad essere "il partito del popolo e della pace". (La Stampa)
Considerato un fedelissimo del tycoon e fautore di politiche estreme, la sua conferma al Senato potrebbe essere a rischio (LAPRESSE)
Una decisione ben accolta da Elon Musk, che su X ha commentato «Il martello della giustizia sta arrivando», ma che, al tempo stesso, ha lasciato sotto schock il dipartimento di Giustizia americano, e molti tra gli stessi repubblicani. (Corriere della Sera)
L’Associazione Italiana Scatolifici, che riunisce i principali produttori italiani di imballaggi in cartone ondulato, rappresenta un settore con un fatturato complessivo superiore a 1,2 miliardi di euro e che offre lavoro a migliaia di persone in tutto il territorio nazionale. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
A capo della National Intelligence e delle 18 agenzie che supervisiona Donald Trump ha chiamato Tulsi Gabbard, per otto anni deputata delle Hawaii, che nel 2020 si era candidata alle primarie democratiche come scelta pacifista prima di lasciare il partito e sostenere quest'anno il candidato repubblicano. (Corriere della Sera)